Gentile Nicola Porro,
ti contatto per sottoporre alla tua attenzione quanto previsto dal Protocollo condiviso dell’Università degli Studi di Trieste per la regolamentazione delle misure per il contenimento del contagio da Covid-19 (qui il link).
In particolare, in detto Protocollo, a destare le maggiori perplessità è quanto previsto nella sezione “Attività didattiche” (periodo 1 settembre 2021-31 dicembre 2021). Ivi, nel paragrafo “Esami” (pag. 26) si prevede che “in tutti i casi, sia che gli esami siano svolti in presenza o da remoto, gli studenti sono tenuti al possesso della certificazione verde o di analogo documento previsto nel presente Protocollo”, ove per “analogo documento” s’intendono, sostanzialmente, il tampone naso-faringeo effettuato entro 48 ore ovvero il certificato di avvenuta guarigione o di esenzione dalla campagna vaccinale.
Inoltre, poco sopra, è testualmente stabilito che, tra le motivazioni adducibili per svolgere gli esami da remoto, tra queste “non è previsto il mancato possesso della certificazione verde”.
È pur vero che, per quanto riguarda gli esami da remoto, tali misure entreranno in vigore solo dal 3 ottobre 2021, ma è altresì vero che, decorsa quella data e salvo modificazioni, il possesso della certificazione verde diventerà requisito indispensabile anche per l’effettuazione degli stessi esami da remoto! Siamo passati dal green pass quale (discutibile) misura a tutela della salute pubblica al green pass quale esclusivo titolo di accesso al diritto allo studio?
Nel ringraziarti per la tua quotidiana azione per la libertà e per il buonsenso, e augurandomi che quanto segnalato possa essere di tuo interesse, ti porgo i miei
Cordiali saluti
Lorenzo D.S.