La posta dei lettori

Caro Porro, ho 16 anni e sono triste per Vialli

Gianluca Vialli

Caro Porro,

ho 16 anni e sono profondamente triste per la scomparsa di Gianluca Vialli. Di lui, pur non avendolo mai visto giocare dal vivo, custodisco un ricordo meraviglioso legato alla vittoria degli Europei, dove con i suoi comportamenti pacati ma infinitamente emotivi è entrato nel mio cuore e in quello di tante altre persone.

Purtroppo nell’ultimo periodo stiamo perdendo moltissimi personaggi illustri, sia in ambito sportivo che musicale, culturale, giornalistico, scientifico, televisivo e non solo. Noi nuove generazioni siamo costretti a lasciar andare delle persone esemplari, che hanno scritto la storia del mondo ben prima di noi.

È proprio questa, allora, la domanda che mi faccio spesso: riusciremo noi giovani a far rivivere in noi stessi le persone straordinarie che oggi purtroppo ci stanno salutando? Riusciremo anche noi ad essere degli esempi imprescindibili per i nostri figli? Abbiamo certamente passato un periodo difficile, legato soprattutto alla pandemia. La verità, però, è che ogni generazione ha avuto le sue sofferenze, e forse prima di noi c’erano anche molte meno “cure” per alleviarle.

Ciò che mi preoccupa è che alla nostra generazione manca effettivamente qualcosa per eguagliare o superare quanto di divinamente umano fatto dalle persone che ci stanno lasciando: non certo i mezzi, e forse neanche le capacità. Manca la fantasia, l’estro, mancano le emozioni, manca la naturalezza nel vivere, che sia nella gioia o nel pianto. Abbiamo perso la capacità di stupirci e di essere noi stessi, senza costruire o ricercare la nostra identità migliore giorno dopo giorno.

Forse abbiamo anche smarrito l’umiltà e l’orientamento su cosa significhi essere persone perbene nella vita, oltre qualsiasi tipo di risultato o apparenza esterna obbligata dai social e dalle nuove tecnologie. Insomma, siamo spesso diventati persone mediocri, che si accontentano. Sono tutte considerazioni che faccio con la massima spontaneità e sincerità, davvero. Ovviamente possiamo invertire la rotta: ne siamo capaci, ma dobbiamo volerlo con tutto noi stessi. Non è mai tardi per capire quanto è bello essere realmente umani, proprio quello in cui noi giovani, me compreso, dovremmo iniziare a credere più spesso, nel modo migliore e più umano possibile.

Grazie.

Un caro saluto e congratulazioni per la Zuppa e Quarta Repubblica, che seguo sempre.

F. M. C.