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Caro Porro, ho 92 anni e grazie a Conte “festeggio” da sola

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Carissimo dott. Nicola Porro,

sono una sua affezionata lettrice e teleascoltatrice. Approfitto di questo spazio per inviare una lettera aperta al prof. Giuseppe Conte.

Caro Presidente,

sono una nonnina di quasi 92 anni avvilita dopo aver ascoltato le decisioni del governo da Lei presieduto per le feste. Nonostante l’età avanzata godo di piena autonomia (fino a 4 anni fa guidavo l’auto poi ho smesso perché… la mia auto all’età di 8 anni si è arresa!). Quest’anno grazie alle scellerate decisioni del suo governo sono costretta a trascorrere le feste da sola senza la compagnia e l’affetto dei miei due figli e dei 6 nipoti (con relative fidanzate!).

Grazie Presidente!

Mi domando se, per un solo attimo, abbiate pensato a chi – come me – grazie alla Vostra insensibilità passa le feste in un modo triste e malinconico da soli! Non parlo poi dei virologi superstars che tronfiamente, insensibilmente e cinicamente continuano a ripeterci che queste restrizioni sono per la “salvaguardia degli anziani” e non capiscono che alla nostra età, Covid o non Covid, ogni giorno può essere l’ultimo.

Non occorre una task-force per capire che, a pandemia passata, non è assicurato che il prossimo Natale ci saremo ancora per vedere i nipoti ed i figli. Ma a voi che vi importa? Tutto passa, caro Presidente. Alla fine di ottobre fu lei stesso che ci informò in una delle sue conferenze stampa che era “meglio chiudere per festeggiare meglio il Natale”, ma ora ci troviamo per Natale egualmente chiusi in casa!

C’avete cojonato come si dice dalle mie parti! (Dott. Porro mi perdoni il francesismo! Sono una signora… ma quanno ce vo, ce vo!)

Grazie presidente!

Perché invece di contattare le task forces, i comitati tecnico-scientifici o i virologi assisi  – sulla loro turris eburnea dei loro studi in diretta con tutte le tv – non avete contattato alcuni nonni che vi avrebbero potuto far capire l’importanza di abbracciare i propri cari per le feste? Ci avete privato della festa di Pasqua, privandoci di partecipare ai riti della Settimana Santa e della Veglia Pasquale ed ora ci private anche di partecipare alla Messa di Natale che si è sempre svolta a mezzanotte decidendo addirittura anche l’orario delle Messe (con la Cei che ha accettato tutto supinamente senza battere ciglio!).

Il Natale che è la festa della famiglia per eccellenza chiusi in casa grazie a voi! Le rivelo un fatto privato: mia sorella ha “festeggiato” in un gulag il Santo Natale del 1943 con mia madre. Anche in periodi drammatici come quelli non fu impedito di trascorrere le feste coi propri cari. Lei invece ci sta riuscendo. Si rende conto? Sta superando ampiamente la peggiore dittatura della storia del ‘900.

Non sarà un virus di governanti insensibili e fuori dal mondo a togliermi quella che forse sarà l’ultima occasione di vedere i miei cari. Nessuno potrà permettersi di togliermi il sorriso sulle labbra e vedere quello dei miei nipoti. Neppure lei!

Cordialmente

Maria Elena Faedda, 28 dicembre 2020