Caro Porro, il Covid ha fatto dimenticare le altre malattie

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Gentile Dott. Porro,

(sì avvaliamoci di questo titolo) mi chiamo A., ho 31 anni, sono una mamma di una bambina di quasi 7 anni, sono ingegnere biomedico e lavoro per la sede italiana di una multinazionale tedesca. Le scrivo perchè ieri sera, per la prima volta dopo diversi mesi (la seguo in tv ancora prima dell’inizio di questa pandemia) ho deliberato di non voler più vedere programmi di attualità, ma di seguire su internet quel minimo indispensabile che il mio dovere civico mi impone. ‘Perché?’ mi può chiedere.

La risposta sta nel fatto che sono stanca di vedere persone intelligenti, e sulla mia stessa lunghezza d’onda di pensiero, quali lei e la gran parte dei suoi ospiti parlare, ma alla fine alle ‘azioni’ stare sempre gli inetti. Ora dottor Porro, vorrei solo esprimere alcuni concetti fondamentali su quello che sta accadendo in Italia dal mio modesto punto di vista che vorrei portare alla luce, perché, non siamo tutti cretini.

1. Il mio non è cinismo. Ho svolto il mio tirocinio di più di un anno di tesi magistrale in nefrologia e dialisi. In quel contesto, ho visto gente morire. Ma più generalmente ho capito che la gente muore, moriva e continuerà a morire. Solo che prima le persone non addette ai lavori, non lo sapevano. Ora tutta la popolazione trema di fronte a un numero di morti giornaliero di cui non solo andrebbero indagate le vere cause, ma che andrebbe confrontato anche con il resto dei numeri di decessi per cancro, arresto cardiaco, incidente d’auto etc. Cosicchè, tanto i giornalisti del tg delle 20 si devono fare portavoce di sventura, la gente sia consapevole di tutti i rischi che ci circondano, non solo quelli del Covid. Perché io i nonni non li ho più a causa del cancro, perché, notizia dell’ultima ora, non esiste solo il Covid.

2. È bene non ammalarsi mai, ma se devo scegliere, meglio prendere il Covid. Per esperienza personale e per quella di persone della mia famiglia (lavoriamo all’interno degli ospedali) posso dirle che, come accennato, se proprio il Signore decidesse di mandarmi giù una malattia, pregherei che fosse il Covid. Almeno sono sicura, o per lo meno, avrei un’alta probabilità di essere curata e guarire. Se mi sopraggiungesse altro, sarei spacciata. Perché negli ospedali tutte le risorse economiche, umane, materiali e chi più ne ha più ne metta, sono destinate al reparto Covid. Rianimazioni Covid bellissime, rianimazioni pulite (cioè per i non Covid) accampate su corridoi, con il rischio di morire di sepsi. E così i ragazzi di 25 anni con attacchi epilettici rimangono senza posto. È così che la diligenza del cittadino di aver prestato attenzione alle norme, e di non essersi così ammalato, viene premiata? Con farlo accampare in una vecchia stanza adibita alle scope? E si cade così nel cuore del punto che raccoglie la contraddizione di questo tempo. Il governo tira fuori discorso come ‘diritto alla salute’, ‘il governo si preoccupa per la salute dei cittadini’. Al governo non frega nulla della nostra salute, il governo sta solo facendo una mastodontica parata di culo. Se al governo fregasse della nostra salute, avrebbe fatto chiudere note aziende prima di fare migliaia di morti e di malati di cancro, manderebbe i nostri figli in scuole più sicure, controllerebbe le autostrade, ridurrebbe la circolazione di alcol, sigarette etc.

3. Il bugiardino del vaccino come l’Etica Nicomachea. Ho da un paio di giorni il foglio illustrativo del vaccino Pfizer. Sembra che abbiano fatto di tutto per scriverlo nel modo più complicato possibile. Capitolo 5.1 Proprietà farmacodinamiche: ci ho messo 20 minuti per capirlo. Periodi di 3 righe, avverbi in ogni dove e soggetti sottintesi come nelle migliori versioni di Aristotele. Scritto in modo difficile o (come ritengo più probabile) tradotto dall’inglese in modo veloce e piuttosto grossolano, bisogna avere qualcuno che ti aiuti a leggerlo, se hai la necessità di capire se fare il vaccino o meno. Per inciso, lo farò, ma non per fiducia nel vaccino, solo per responsabilità sociale e aiutare il mio paese a uscire da questa situazione. Un segno della croce e via: io, speriamo che me la cavo.

4. Congedo. Il timore che attanaglia i miei pensieri sono spesso rivolti al futuro di mia figlia. Dove la sto facendo crescere? Quali speranze e possibilità le sto regalando? Ad oggi i miei progetti sono fare un master in medicina di precisione, e poi chiedere il trasferimento nella sede principale della mia azienda o quantomeno al nord Europa. Ho sempre odiato il freddo, ma di fronte ad un’Italia così, il freddo è il male minore.

Sentitamente e con tanta stima
A., 10 gennaio 2021

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