Caro Nicola Porro,
le scrivo in qualità di sindaco dell’Aquila per denunciare l’ennesima, desolante dimostrazione della disattenzione che il governo italiano riserva alla mia città e ai territori colpiti dal sisma 2009. Domani, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, terrà una riunione sullo stato della ricostruzione delle aree terremotate del Centro Italia nel 2016. Il capoluogo d’Abruzzo e gli altri 56 comuni che da undici anni sono alle prese con un complesso percorso di rinascita economica, sociale e culturale, sono invece scomparsi dall’agenda politica nazionale.
Eppure, alla vigilia di Ferragosto, il presidente della Regione, Marco Marsilio, e tutti i sindaci del cratere 2009 hanno chiesto un incontro urgente con il premier per verificare la possibilità di aggiungere interventi correttivi e migliorativi alla bozza del cosiddetto decreto Agosto prima dell’avvio dell’iter parlamentare della legge di conversione. Le questioni non sono più rinviabili, come sottolineato in più occasioni: il rifinanziamento dei processi di ricostruzione, la stabilizzazione del personale precario e i fondi per il riequilibrio dei bilanci degli enti locali a copertura delle minori entrate e maggiori spese generate dagli eventi sismici.
Allo sgarbo istituzionale per la mancata risposta si aggiunge l’indignazione per la sufficienza con cui l’esecutivo nazionale affronta quella che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito una priorità del Paese, ovvero la ricostruzione dell’Aquila e dei centri devastati dal terremoto del 6 aprile 2009. Un pressapochismo che umilia il coraggio, la determinazione e la forza di chi fa i conti quotidianamente con le ferite di un evento tragico e luttuoso, ma che molti esponenti di questo governo hanno utilizzato esclusivamente come pretesto per passerelle e gite fuori porta.
Pierluigi Biondi, Sindaco dell’Aquila, 2 settembre 2020