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Caro Porro, il mio diario del caos a scuola - Seconda parte

No! Mi oppongo, vostro onore, faccio prima l’appello, voglio riassaporare i loro nomi e sentirmi dire presente in presenza, almeno una volta. E lo faccio. E li ascolto. E mi faccio raccontare come stanno, come vivono. E sia: procediamo. Chiudo il pc, lo riapro. Di nuovo sito, aula virtuale, password, eccoli, ci sono, e improvvisamente “plug in, abbiamo riscontrato problemi di connessione”. Azz… olina

Eh no, eh, mo’ basta, mi dispiace ma mi tocca abbandonarli al loro destino, mi piange il cuore come se decidessi chi deve salvarsi dal Titanic ma non sono un tecnico io, ‘sta did così non la posso fare quindi avverto chi di dovere e mi dedico ai presenti. Inizia la lezione, finalmente, se Dio vuole, meglio tardi che mai. E mentre provo a suggerire un ripasso soft di latino, angelica, soave, la domanda di Michela mi stoppa, “Prof, ma col distanziamento come facciamo a suggerire?”.
Scoppiamo in una risata. Liberatoria. Che ci salva da questa Did inzuppata di follia. Ma la risata s’infrange contro la campanella, è passata un’ora e non è servito a niente. Ecco, la lectio è ormai finita, gli alunni se ne vanno, che inutile mattina…

Stefania Martani, 18 settembre 2020

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