Buongiorno dottor Porro,
la seguo da quando era a Rai 2, e non voglio star qui a dire quanto stimo il suo modo di far giornalismo, ma le vorrei raccontare ciò che accade in una scuola di Firenze. Sabato 19 dicembre è arrivato la circolare 89 per mezzo Classeviva dalla segreteria comunicandoci che i bambini dell’infanzia e della primaria dell’Istituto Comprensivo Compagni Carducci lunedì 21, martedì 22, mercoledì 23 sono usciti alle 14:15 invece che alle 16:15.
Non ci sarebbe niente di male in tutto questo se non fossimo in questo periodo storico e se fossimo stati avvisati qualche giorno prima! Ma analizzando il periodo c’è qualcosa che non mi torna:
1. La Toscana è tornata in zona gialla per 4 giorni e magari qualche genitore che era in cassa integrazione è stato chiamato a lavorare proprio per questi giorni, per poter andare a prendere i figli dovranno chiedere ore di permesso oppure chiedere aiuto ai nonni, cosa molto sconsigliata per bloccare la circolazione del virus.
2. La scuola chiuderà in anticipo per mancanza di personale: dato l’ultimo Dpcm i pendolari potevano raggiungere le proprie famiglie solo in questo week end, quindi hanno chiesto ferie e gli sono state concesse a scapito delle famiglie e dei bambini che hanno già perso fin troppe ore di scuola tra quarantene e lockdown.
3. Il personale della pubblica istruzione è già di per se una categoria privilegiata dato che quando tutta Italia era a casa e utilizzava ferie e cassa integrazione loro hanno percepito lo stipendio come se fossero andati a lavoro.
4. Il personale scolastico ha già 15 giorni di ferie natalizie non capisco come una dirigente scolastica possa firmare altri tre giorni facendoli diventare 18 e interrompendo un pubblico servizio.
Come genitori abbiamo mandato mail alla segreteria almeno una centinaia, ma non abbiamo nessun’altra arma per far sentire la nostra voce. Però volevo far venir fuori questa notizia per far capire come funziona male il carrozzone della pubblica istruzione che va avanti solo per delle mosche bianche innamorate del loro lavoro.
Cordialmente