Commenti all'articolo Caro Porro, il paradosso del carrozzone della scuola

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Chiara
Chiara
24 Dicembre 2020, 13:00 13:00

Buongiorno, Scrivo perché mi sento tirata in causa essendo un’insegnante e comincio a essere sinceramente un po’ stufa e amareggiata a causa dei soliti pregiudizi nei confronti della classe docente. Sono una di quei docenti che insegnano in una regione diversa dalla propria (vivo in Trentino ma sono emiliana) e quest’anno non passerò il Natale con la mia famiglia in Emilia, ma in Trentino. Non ho voluto prendere i giorni di permesso (non ferie) a cui abbiamo diritto (3 all’anno, e sottolineo 3, per motivi personali e di famiglia) perché non mi sembrava corretto tornarmene a casa, vista la situazione di disagio generale che stiamo vivendo in questo momento. Nelle 2 scuole in cui insegno ogni docente è rimasto fino alla fine; in una si è deciso di anticipare la chiusura (come ogni anno) all’ora di pranzo, ma le ore pomeridiane verranno recuperate (come deliberato dal collegio docenti della settimana scorsa finito alle ore 19 (giusto perché i docenti lavorano solo 5 ore al mattino); non è assolutamente vero che la scuola chiude e i docenti fanno gli affari loro: ripeto, le ore pomeridiane verranno recuperate. Una considerazione anche sulla Dad: è vero, io mi ritengo una privilegiata perché ho continuato a ricevere lo stipendio ogni mese anche durante il lockdown ma contrariamente a quanto si pensi, si è continuato… Leggi il resto »

Vicky
Vicky
24 Dicembre 2020, 10:37 10:37

Scusatemi, ma non credete che sia il momento di fare Silenzio e di avere rispetto per il lavoro di ogni essere Umano qualsiasi sia…, che in un momento così difficile è di grande Amarezza investe l’intera Umanità!?!?Sarebbe giusto riflettere nel rispetto di tanti Uomini lavoratori che hanno perso la Vita anziché parlare di cose che portano alla “Risoluzione del Nulla!!!”
Ci vuole “Rispetto, Rispetto e ancora Rispetto…”

Leonardo
Leonardo
23 Dicembre 2020, 21:46 21:46

Il carrozzone vero è quello di certa informazione con annessi giornalisti pagliacci che si permette di infangare la scuola pubblica italiana per portare denari a quella privata.
Un trucchetto vecchio e laido come il cucco!

Gianluca
Gianluca
23 Dicembre 2020, 21:06 21:06

Anni ’70, avevo professori alle superiori che lamentavano il fatto di essere regolarmente superati in graduatoria da soggetti laureati negli atenei del sud con valutazioni stratosferiche, il massimo dei voti era la regola. Ovviamente poi chiedevano tutti il trasferimento al centro-nord (i meridionali sono i primi nemici del Sud) ed eccoci al punto. P.S. Siamo l’unica nazione europea con l’immigrazione fai-da-te, è perciò che dovremmo opporci all’arrivo di nuovi “ospiti”, ma vallo a spiegare alla Merkel e soci.

Alex
Alex
23 Dicembre 2020, 20:26 20:26

Le maestre di asilo nido e scuola materna dei miei figli si sono godute tutte le vacanze strapagate del lockdown, come se avessero svolto il proprio lavoro, quando, in realtà, hanno giusto creato una chat whatsapp in cui inviare video insulsi che qualsiasi genitore poteva trovare su YouTube!
Questi stessi insegnanti si sono ritrovati con l’acqua alla gola all’indomani della riapertura delle scuole, impreparati ad accogliere i bambini perché , poveretti, non potevo sottrarre qualche giorno alle vacanze estive per tornare ed organizzarsi…
Che vergogna, una classe di privilegiati, che si lagnano e scioperano ad ogni piè sospinto e creano disagi improvvisi alle famiglie.
Ditemi un’altra categoria di lavoratori che può godersi 3 mesi di vacanze estive, 2 settimane a Natale, 1 a Pasqua e tutte le festività del mondo corredate da ponti infiniti!
Ha ragione la signora, sarebbe il caso che venissero equiparati a dipendenti privati… la musica cambierebbe.

Artemide
Artemide
23 Dicembre 2020, 20:11 20:11

“…come se fossero andati al lavoro…”?

Fare didattica a distanza è lo stesso di andare al lavoro, di stare nelle aule, invece che spiegare ed interrogare dalla cattedra, si spiega e si interroga attraverso un video, il lavoro è sempre uguale, anzi, visto che si lavora da casa, è necessario avere dei supporti digitali da mettere a disposizione degli studenti.
Con l’insegnamento non si può far finta di lavorare, tra l’altro è un lavoro da laureati, pagato come se fosse con licenza della terza media.
Mai si lamentano per i docenti universitari, che fanno didattica a distanza, poche ore di lezione e percepiscono stipendi altissimi, a parità di titoli dei docenti delle scuole ed anche loro hanno le pause durante le festività.
Porro, ma che lettere pubblica, ma lei lo capisce che ci sono docenti (madri e padri) , che insegnano in città molto distanti dalle famiglie e per causa di un assurdo DCPE, non possono raggiungerli? Perché, in realtà, pochi docenti hanno avuto la possibilità di rientrare in famiglia per la pausa di Natale.