Caro porro, io c’ero: vi racconto la verità sulla piazza no pass

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Buonasera Dott. Porro,

le voglio scrivere come è stata la mia esperienza della manifestazione di Roma del 9 ottobre.
Con un’amica, dopo mesi di proteste, ignorate o sminuite dai media, nella nostra piccola città di provincia, questo sabato abbiamo deciso di unirci ai manifestanti a Roma. Abbiamo preso il treno, prenotato una camera e percorso 600 km. Premetto che io mi sono vaccinata, prima che iniziasse la forzatura del green pass e dell’emarginazione dei dissidenti. Perciò sì, esistono dei manifestanti vaccinati, e la categorizzazione in no-vax, negazionisti e complottisti è una semplificazione denigratoria.

Spiegare i motivi per cui ho deciso di vaccinarmi, così come quelli per cui continuo a scendere in piazza, è complesso e non vorrei dilungarmi. Sintetizzo rivendicando la libertà, il rispetto delle diverse opinioni, la tutela della privacy, la mancanza di onestà che stiamo riscontrando nell’informazione. Ero bambina quando è esploso l’Aids, e allora era un valore tutelare la privacy riguardo alla salute e alle scelte personali, ho pianto per Philadelphia e sono cresciuta pensando che il diritto della persona non dovesse essere violato in nome della collettività, altrimenti avremmo dovuto bollare come pericolo tutti i sieropositivi. Non capisco cosa sia cambiato. Non capisco molte cose.

Tornando al viaggio, siamo arrivate in piazza del Popolo alle 16, in ritardo di un’ora rispetto all’inizio. La piazza era quasi piena, c’erano persone anche su tutti i lati. I manifestanti arrivavano da tutte le parti d’Italia, di tutte le età e di tante estrazioni diverse. Attorno alla piazza si vedevano le camionette della polizia e un elicottero sorvolava continuamente l’area. Rispetto alla nostra cittadina, dove le manifestazioni sono di tipo spontaneo e prendono liberamente parola tutti in maniera estremamente pacifica, si capiva che le persone che parlavano sul palco avevano una certa estrazione politica, che comunque non penso rappresentasse la maggior parte dei presenti, radunati spontaneamente da tutta Italia. Alla fine degli interventi è stato annunciato dal palco che sarebbe stata occupata la sede della Cgil. Lo abbiamo sentito anche noi, che eravamo lontano e non particolarmente attente. Possibile che le forze dell’ordine abbiano ignorato questa dichiarazione? Ribadisco annunciata dal palco!

A quel punto siamo partiti in corteo, verso Villa Borghese. Tanti di noi arrivavano da fuori regione e cercavano di capire dai romani dove ci stavamo dirigendo. Ad un certo punto ci siamo divisi, andando verso via Veneto e dirigendoci verso i palazzi della politica, dove volevamo fare sentire la nostra voce e il nostro dissenso. Non so quanti si siano diretti verso la sede sindacale, ma sicuramente era una minoranza dei partecipanti.

La parte di corteo a cui ho partecipato ha avanzato senza alcuna violenza, superando un primo sbarramento di polizia che non ha opposto alcuna resistenza al nostro procedere, fino a dove siamo stati respinti dalle forze dell’ordine. Siamo passati davanti all’AIFA, dove non era presente alcun controllo, ma a parte qualche slogan il corteo è avanzato ancora senza incidenti. Quando ci siamo trovati di fronte alle nuove camionette siamo stati respinti a suon di getti di idrante, cariche e fumogeni. Non capivamo perché, visto che le persone procedevano con le mani in alto e senza forzature. Molti a questo punto si sono allontanati, perché spaventati da questa reazione.

Più tardi certo le 20, quando eravamo rimasti in pochi e la polizia era più tranquilla perché in sovrannumero, ci è stato detto che eravamo 15 mila contro 30, quindi, come avevo già immaginato, la loro era una reazione anche di paura, che capisco. Ci hanno visto come una minaccia, ma se fossimo stati veramente malintenzionati gli esiti sarebbero stati ben diversi. Ho conosciuto persone di tanti tipi, di sinistra, di destra, ferventi cattoliche, infermieri, poliziotti, tutti accomunati dall’ incredulità e dal senso di impotenza verso quanto sta succedendo nel nostro Paese. Scrivo perché il racconto mediatico che si sta facendo ignora ancora del tutto questo disagio per strumentalizzare gli atti di alcuni personaggi che si sono dimostrati solo degli sciocchi. So che il termine sciocchi può sembrare sproporzionato, ma questi personaggi che si credono dei superuomini e hanno fatto il gioco dei loro detrattori non meritano di essere classificati con termini che gli diano più importanza. Lo dico con il massimo rispetto per la legge e con la piena critica alla violenza. Sono giusti gli arresti e le pene a chi ha commesso un illecito. Sempre.

Mi chiedo: com’è possibile che le forze dell’ordine non abbiano protetto la sede del sindacato da un’occupazione annunciata dal palco circa un’ora prima dell’evento stesso? Il corteo è partito come una processione di Sant’Antonio preceduto dai mezzi della polizia. Nei video si vedono i Carabinieri lì presenti rimanere defilati durante nell’assalto, mentre vicino ai palazzi della politica i fumogeni e l’acqua si sprecavano. Non sono della Digos, ma anch’io avrei potuto identificare la maggior parte dei partecipanti estremisti senza bisogno di riconoscimento facciale. E sempre dai video si capisce che c’erano anche poliziotti in borghese tra i manifestanti. Quindi come mai gli estremisti sono stati lasciati liberi di agire senza controllo? La sensazione è che si sia voluti arrivare a questo punto per bollare tutti coloro che esprimono una diversa opinione come fascisti e violenti, incrementando l’odio sociale verso una parte di società per il semplice fatto che hanno un’opinione diversa da quella del potere. Così di nuovo si possono ignorare e ridicolizzare le opinioni di decine di migliaia di persone, dove quelle scese in piazza rappresentano solo la piccola parte che si espone. Come dovremmo fare noi, che eravamo lì, a credere più ai media quando abbiamo visto tutt’altro film rispetto a quello che hanno raccontato?

Temo che non gli interessi e che ormai ci abbiano dati per persi, e si concentrino per indebolirci e nel contempo nel consolidare il loro ascendente su quelli più condizionabili. Adesso ci sono i buoni, le vittime, i poveri sindacati a cui vanno tutte le manifestazioni di solidarietà, e i cattivi, i no-vax fascisti e violenti, analfabeti funzionali. Quest’ultima è la mia definizione preferita, perché mi immagino quelli che la hanno in tasca tutte le certezze di questo mondo, tanto da decidere della propria e della altrui vita senza esitazioni, e che hanno imparato questa bella espressione e la distribuiscono appena ne hanno occasione. Io che invece esercito il dubbio come quel fesso di Cartesio, ho il sospetto che non sappiano nemmeno cosa significhi. Mi rattrista il pensiero che si fomenti la divisione sociale tra i vaccinati, i giusti, e i no vax, pazzi, complottisti, delinquenti ecc ecc. Sono andata e continuerò ad andare in piazza perché non voglio vivere in questo tipo di società.

Scrivo a lei perché è l’unico che ha sempre mantenuto una visione critica di quanto accadeva. Non si può nemmeno discutere di questi argomenti con chi è pro-vax, perché per loro chi non si vaccina merita di morire e/o di pagarsi le cure, chi protesta merita le manganellate o di andare in galera. Sembra che i “no-vax” siano la causa del virus e dei morti, grazie alla distrazione di massa dalle responsabilità dei politici e dei vertici della sanità. Per questo motivo le chiedo di non mettere le mie generalità nel caso pubblichi questo messaggio, ho voluto condividere un’ esperienza ma so che ne conseguiranno solo messaggi di odio, e vorrei che almeno non fossero personali.
Grazie,
La saluto cordialmente

F.E.

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