Caro Nicola Porro,
sono una ex studentessa pugliese. Sto leggendo in questi giorni delle proteste dei giovani a Milano e Roma a e sinceramente sono divertita e disgustata allo stesso tempo, e ti spiego perché: ho fatto per cinque anni la pendolare, percorrendo ogni giorno, in treno, 45 – 50 km in treno (più la strada da casa mia alla stazione e dalla stazione all’università). Mi svegliavo alle 5:30 di mattina per prendere posto in aula, perché volevo stare nelle prime file. Rimanevo in università a studiare nel pomeriggio e poi me ne tornavo a casa.
Mi stancavo tanto, ma ero felice di arrivare a fine giornata soddisfatta, pronta per ricominciare il giorno dopo. I miei genitori non avrebbero potuto permettersi un’università fuori dalla Puglia e così ho scelto quella più vicina a me, tra l’altro vincendo ogni anno la borsa di studio che mi ha permesso di non gravare sui miei per pagare abbonamenti dei treni e manuali. Tra l’altro, vorrei ricordare che chi è borsista non paga le tasse universitarie!
Mi fa ridere, come ho letto in alcuni degli articoli pubblicati sul tuo blog, che per alcuni giovani 20enni sia estenuante farsi 40 – 50 minuti di treno; mi sembrano dei vecchi dentro, e io non sono tanto più grande di loro, mi manca ancora un po’ per arrivare ai 30 anni! Questa è la mia esperienza e credo sia simile a quella di migliaia di ragazzi che, come me, hanno fatto sacrifici per arrivare dove sono ora, senza lamentarsi e a testa alta.
Ti saluto!
Lettera firmata