Caro Porro,
se qualcuno conoscesse anche a livello superficiale la storia della Resistenza, oggi non cadrebbe dal pero e non accuserebbe l’Anpi di incoerenza .
Iniziamo a dire che Pagliarulo&co. non sono incoerenti a negare l’accesso alle bandiere Nato, organismo creato dopo gli eventi di cui essi sono i portatori di memoria e, per di più, in contrapposizione alle ideologie da cui essi furono e sono ispirati.
L’equivoco sta tutto qui: si è lasciata monopolizzare la Resistenza, per più di 70 anni, a chi l’ha combattuta in prima linea con slancio e passione per la libertà spesso autentici, ma eterodiretta ad altri fini da chi avrebbe voluto trasformare la nostra Italia in una radiosa repubblica socialista satellite dell’Urss (tentativo abortito già nel biennio rosso 20-22 che fece preferire al Re e poi agli Italiani il Fascismo come male minore, e poi nel 48 con la vittoria delle forze politiche anticomuniste).
Le brigate comuniste avevano al loro interno i famigerati Commissari politici che controllavano la fedeltà dei combattenti alla causa, esattamente come l’esercito sovietico, e che non esitarono a far fare una brutta fine a chi non si allineava. Basta leggere qualche pagina di Pansa per rendersene conto. L’altra Resistenza, quella di Parri, di Pacciardi, di Sogno, della brigata ebraica, dei cattolici e dei monarchici fu ostracizzata e messa in una nicchia.
Oggi ci stupiamo della posizione dell’Anpi, ma è tutto assolutamente coerente alla loro tradizione, con grande imbarazzo dei neoatlantici del Pd, che, invece, hanno fortunatamente anche se ambiguamente rinnegato le loro origini e i loro antichi applausi ai carri sovietici che soffocarono le rivolte ad Est contro il… paradiso perduto del comunismo internazionale.
Cordiali saluti
Giovanni Cabras, 23 aprile 2022