EconomiaLa posta dei lettori

Caro Porro, le lettere del Fisco? Lorsignori vengano a lavorare da me

Nessun governo ci ha mai tutelato finora, ma se l’Agenzia ci considera “anomali” allora mi sento tradita da un esecutivo che anche io ho votato

Fisco governo tasse © Baris Kaykusuz e ruigsantos tramite Canva.com

Buon pomeriggio dott. Porro, siamo i titolari di una piccola azienda metalmeccanica (tornitura e fresatura per l’esattezza) e ci troviamo nelle Marche. Questa ditta è nata con nostro padre nel 1981 e noi figli siamo entrati nel 2000 per poi prenderne le redini.

La situazione è difficile: dal 2008 siamo soggetti ad alti e bassi continui dovuti a crisi economiche, mercato cinese a basso costo, Covid ed infine la guerra. Oltre a tutto ciò possiamo aggiungere l’intransigenza delle banche post Basilea nonché dello Stato con l’Agenzia delle Entrate.

Le nostre aziende non avevano problemi fino al 2008 ad ottemperare ai pagamenti in genere ma da quella data in avanti le cose si sono ribaltate. Inoltre bisogna considerare che le industrie, non solo le grandi Spa ma anche la media industria, hanno portato via la loro produzione dall’Italia per acquistare la gran parte dei componenti in Cina nonostante la difficoltà nella prenotazione dei container ed il loro costo.

Noi italiani siamo diventati i conto-terzisti delle urgenze: acquistano da noi quando quantità e tempi non permettono di rivolgersi in Cina.

Nessun governo ci ha mai tutelato finora.

Adesso ci scrive l’Agenzia delle Entrate per dirci che siamo anomali. Parlo delle famose lettere che hanno fatto discutere e che trovo di un’assurdità inaudita da parte di un governo che anche io ho votato ma che sta tradendo la fiducia di coloro che in Italia producono ed offrono lavoro ma che soprattutto lavorano dal mattino alla sera.

Dalle loro poltrone non sanno che nelle piccole aziende il titolare, che non è un furbetto, spesso decide di aspettare a prendere il proprio stipendio per darlo ad un dipendente senza il quale non avrebbe la possibilità di produrre. Vengano pure a controllare nella nostra azienda: non vedo l’ora perché farò scrivere sul verbale che invitiamo i Sig.ri del governo a trascorrere qualche giornata con noi per vedere come gira il mondo fuori dalle loro quattro mura.

In un momento come questo di difficoltà e totale incertezza il governo sta diventando il nostro nemico numero uno. Una volta che le case, terreni, aziende e quant’altro passeranno in mano dello Stato ci faranno diventare un Paese pseudo comunista destinandoci abitazioni e lavori assegnati?

La maggior parte di noi continua questo lavoro per due ragioni:
– amor proprio o dignità;
– impossibilità di una chiusura che sia economicamente indolore per noi e per i nostri dipendenti.

La saluto,
Gemma Papi