La posta dei lettori

Caro Porro, l’occupazione sospesa? Ecco la verità sulla Sapienza

Ci scrive un docente del Dipartimenti di Scienze Politiche: “L’occupazione non c’è mai stata”

La posta dei lettori

Gent.mo dott. Porro,

Le polemiche degli ultimi giorni inerenti i fatti avvenuti successivamente a martedì 25 ottobre all’Università La Sapienza mi hanno spinto a scriverle. In primo luogo, mi presento. Lavoro nell’Ateneo romano dove sono docente di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche. Le scrivo dopo aver letto su diversi quotidiani, in rete e anche sul suo blog (articolo di Corrado Ocone del 30 ottobre) commenti, talvolta anche sarcastici, su una occupazione terminata con il ponte del 1° novembre. La lettura dei commenti dei privati cittadini, molti purtroppo piuttosto violenti e, forse, dettati anche dal tono spesso canzonatorio e sminuente sui fatti avvenuti presente nei titoli dei diversi articoli via via pubblicati online dai media (incluso il citato intervento del dott. Ocone), mi spingono a fare una precisazione che credo sia doverosa.

Prima però riporto alcuni dei citati titoli presi online: La Sapienza, c’è il Ponte: occupazione sospesa, in “Il Tempo”, 29 ottobre 1922; Sapienza, occupazione a Scienze politiche sospesa per il ponte dei Morti, in “Corriere della Sera”; Anche la rivoluzione va in vacanza. Sospesa l’occupazione antifà alla Sapienza: riprenderà dopo il ponte, in “Il Secolo d’Italia”, 29 ottobre 2022; Roma, alla Sapienza liberata Scienze Politiche: i collettivi in vacanza per il “ponte, in “Il Messaggero”, 30 ottobre 2022; Gli studenti sospendono l’occupazione di Scienze Politiche alla Sapienza per il ponte dei morti, in “RomaToday”, 29 ottobre 2022; Sapienza, antifa ridicoli: fermano l’okkupazione per andare in vacanza. Dopo l’aggressione per impedire un evento di FdI con Daniele Capezzone, Sapienza okkupata. Ma non per il ponte, in “nicolaporro.it”, 30 ottobre 2022.

Arrivo allo scopo di questa mia lettera. Desidero portare alla vostra conoscenza che tutti i citati articoli si fondano su un fatto non avvenuto: una occupazione a Scienze Politiche, di fatto, non c’è mai stata. Dalla mattina di mercoledì 26 ottobre, e fino a venerdì 28 incluso, si sono regolarmente svolte tutte le normali attività didattiche e le sessioni di laurea previste.

Gli studenti hanno manifestato il proprio dissenso tenendo una serie di pacifiche assemblee all’esterno dell’edificio, nel cortile antistante l’edificio della Facoltà di Scienze Politiche.

Alla luce di ciò, mi domando per quali motivi i media abbiano diffuso una notizia falsa, per giunta con toni denigratori e sprezzanti, su una occupazione (fantasma) sospesa per via delle feste.

Ritengo questo un fatto piuttosto grave perché denota una informazione poco attenta che rischia di venir meno all’alto compito che contraddistingue quello che viene definito come quarto potere.

Infine, desidero aggiungere in merito ai fatti accaduti altre due cose. I luoghi universitari sono luoghi liberi aperti al pubblico (a tutto il pubblico). Nella mattinata di giovedì 27 ottobre il Consiglio di Dipartimento di Scienze Politiche, regolarmente tenutosi nei locali della Facoltà “occupata” ha approvato un ordine del giorno (votato anche dal sottoscritto e pubblicato sul sito web del Dipartimento) che recita:

“In riferimento a quanto accaduto martedì 25 ottobre nel cortile della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione, il Consiglio di Dipartimento di Scienze Politiche, nel ribadire che l’Università è il luogo del confronto, del pluralismo e della libertà di espressione e che continuerà a garantire il diritto di tutti ad esprimere le proprie idee, condanna l’uso della forza per la risoluzione di conflittualità che vedano coinvolti gli studenti.

Ribadisce che l’utilizzo della forza pubblica all’interno dell’Università deve essere riservato a situazioni eccezionali e richiede la massima responsabilità nella gestione dell’ordine pubblico all’interno dell’Ateneo.

Auspica per il futuro che si riescano a trovare forme di mediazione e conciliazione, che valorizzino lo strumento del dialogo come forma di risoluzione dei conflitti.”

Nel ringraziarla della possibilità concessami di precisare quanto detto, invio

Un cordiale saluto

Donatello Aramini