Commenti all'articolo Caro Porro, noi ristoratori non vogliamo sparire
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A.L.
20 Gennaio 2021, 18:49 18:49
Esprimo solidarietà al signor Mei e agli altri ristoratori! Pare proprio che obiettivo di chi comanda, a più livelli e non da una sola parte politica, non sia sconfiggere il covid, ma farci perdere libertà, normalità e mezzi per vivere. Non che io sia rassegnata. Trovo utile nel suo piccolo, per più motivi, ogni iniziativa che dimostri che siamo vivi e che resistiamo. Manca però un coordinamento, a quel che vedo, di tali iniziative (non mi riferisco solo alle categorie professionali). Con le censure in atto, dalle censure vere e proprie a quelle del finto moralismo creato dalla maggior parte dei media, è anche difficile venire a conoscenza delle varie iniziative, per non parlare del soffocamento istituzionale di esse come di tutto tramite le mille e cervellotiche limitazioni. La deriva della magistratura e dei media, non sempre al servizio di giustizia e verità, era sotto i nostri occhi da anni: ma probabilmente non avremmo mai pensato che si arrivasse a tanto, ai diritti fondamentali calpestati in pochi minuti, alle verità insabbiate ma stavolta per ridurre allo stremo un intero paese. La verità in ogni campo viene rovesciata e censurata, viene esecrato il buon senso, la normalità viene disprezzata e questo a cominciare dal linguaggio, come anche nella trasmissione dei dati e nel campo educativo e divulgativo. Menzogna dopo menzogna, lavaggio… Leggi il resto »
Mara
20 Gennaio 2021, 18:20 18:20
anche le persone non vogliono sparire…questa vita in perenne lockdown sta iniziando a diventare problematica
la gente vuole vivere, rischiare ma vivere, così è un’agonia, si preserva (forse) la salute del corpo mentre si uccide l’anima e la mente
Sergio
19 Gennaio 2021, 9:26 9:26
Cari ristoratori, questo governo se ne sta fregando bellamente di qualsiasi vostra legittima rivendicazione e sta prendendo in giro tantissime altre categorie; purtroppo, è dura ammetterlo, ma se vorrete avere ascolto dovrete andare a prenderli a Roma; basta guardare l’esempio di quello che è successo ad Aprile, quando in alcune città del sud molta gente cominciava a fare la spesa nei supermercati non pagando, e subito il governo allarmato per imminenti rivolte sociali, autorizzò i buoni spesa per i più bisognosi.
Kim
18 Gennaio 2021, 22:04 22:04
Cari ristoratori forse non avete capito una cosa o meglio l’avete capita , ma la negate a voi stessi.
Per quanto la crisi sia effettivamente un bel caprio espiatorio, la gente non vuole più mangiare fuori e non sarà mai più come prima della crisi.
La gente rieducata dalle inevitabili misure antipandemia non solo deciderà più consapevolmente in quale locale aprire il proprio portafogli, ma deciderà molto più speso di mangiare a casa propria .
E il take away è una illusione di sopravvivenza. Si ridimensionera presto come tutti i fenomeni non strutturali.
Lo smart working massivo che si imporrà permanentemente anche post pandemia annientera le pause pranzo.
La riconversione è l’unica via.
Flavio Pantarotto
18 Gennaio 2021, 21:35 21:35
Ripropongo un mio vecchio commento (lasciato anche come incoraggiamento dopo la cena di venerdì, in un locale raggiunto “dimenticando” i documenti a casa). Trovo strano che ancora tu ci provi, ad “inquadrare” gli uomini, in particolare gli Italiani. Chiunque comprende che, anche senza una consapevolezza che lo porti ad una scelta razionale, l’uomo si muove in direzione opposta al filo spinato entro il quale si tenta di rinchiuderlo. È istintivo, animale. Intelligente. Non come te. – Il fuoco uccide, e le persone s’accalcano alle uscite in caso d’incendio. Spesso finendo schiacciati, ma ci hanno provato, a scappare. Il mercato non ha risposto alla domanda di libertà, e molti sono morti cercandola. Vàgli a spiegare che qualche ustione non sarebbe stata così grave, che avrebbero dovuto mantenere la calma aspettando i pompieri. Soluzione: aumentare le uscite con apertura a spinta, cioè ampliare l’offerta. Quella più larga sarà scelta dai più: come la libera concorrenza, che fa vincere il migliore. Nella mia pizzeria ci sono tante uscite d’emergenza. Se capiterà un incendio, non sarà una tragedia: una mano di bianco, un giro di spritz e passa la paura, si torna a lavorare come al solito. – Che interesse può esserci nel costringere alla chiusura tutte le pizzerie? Comprarle tutte a quattro soldi, d’accordo, anche se la tua pizza fa schifo i clienti… Leggi il resto »
Gianluca
18 Gennaio 2021, 21:27 21:27
Dubito, cari ristoratori pisani, che riusciate ad ottenere qualcosa, a Roma hanno altro cui pensare. Oggi nel programmino pomeridiano Rai, quello condotto da Matano, hanno fatto un bel servizietto a una ristoratrice che ha osato sfidare il potere, organizzando una serata cena + danze, coi clienti che si comportavano esattamente come i calciatori di serie A dopo aver segnato un gol. Costei ribadiva l’esigenza di poter lavorare, da studio le ripetevano come si permettesse di fare baldoria mentre la gente moriva e robe del genere. Matano ha raggiunto l’orgasmo quando ha ordinato all’ingenua esercente di promettere di non farlo mai più, pareva un questurino, con gli ospiti in studio costernati come da copione. Coraggio, pisani, la lezione ve l’ha impartita il giovane D’Alema, che studente a Pisa, si esercitava nel lancio di bombe molotov contro le Forze dell’ordine, poi l”hanno ricompensato facendolo Presidente del Consiglio, regolatevi un po’ voi…
Esprimo solidarietà al signor Mei e agli altri ristoratori! Pare proprio che obiettivo di chi comanda, a più livelli e non da una sola parte politica, non sia sconfiggere il covid, ma farci perdere libertà, normalità e mezzi per vivere. Non che io sia rassegnata. Trovo utile nel suo piccolo, per più motivi, ogni iniziativa che dimostri che siamo vivi e che resistiamo. Manca però un coordinamento, a quel che vedo, di tali iniziative (non mi riferisco solo alle categorie professionali). Con le censure in atto, dalle censure vere e proprie a quelle del finto moralismo creato dalla maggior parte dei media, è anche difficile venire a conoscenza delle varie iniziative, per non parlare del soffocamento istituzionale di esse come di tutto tramite le mille e cervellotiche limitazioni. La deriva della magistratura e dei media, non sempre al servizio di giustizia e verità, era sotto i nostri occhi da anni: ma probabilmente non avremmo mai pensato che si arrivasse a tanto, ai diritti fondamentali calpestati in pochi minuti, alle verità insabbiate ma stavolta per ridurre allo stremo un intero paese. La verità in ogni campo viene rovesciata e censurata, viene esecrato il buon senso, la normalità viene disprezzata e questo a cominciare dal linguaggio, come anche nella trasmissione dei dati e nel campo educativo e divulgativo. Menzogna dopo menzogna, lavaggio… Leggi il resto »
anche le persone non vogliono sparire…questa vita in perenne lockdown sta iniziando a diventare problematica
la gente vuole vivere, rischiare ma vivere, così è un’agonia, si preserva (forse) la salute del corpo mentre si uccide l’anima e la mente
Cari ristoratori, questo governo se ne sta fregando bellamente di qualsiasi vostra legittima rivendicazione e sta prendendo in giro tantissime altre categorie; purtroppo, è dura ammetterlo, ma se vorrete avere ascolto dovrete andare a prenderli a Roma; basta guardare l’esempio di quello che è successo ad Aprile, quando in alcune città del sud molta gente cominciava a fare la spesa nei supermercati non pagando, e subito il governo allarmato per imminenti rivolte sociali, autorizzò i buoni spesa per i più bisognosi.
Cari ristoratori forse non avete capito una cosa o meglio l’avete capita , ma la negate a voi stessi.
Per quanto la crisi sia effettivamente un bel caprio espiatorio, la gente non vuole più mangiare fuori e non sarà mai più come prima della crisi.
La gente rieducata dalle inevitabili misure antipandemia non solo deciderà più consapevolmente in quale locale aprire il proprio portafogli, ma deciderà molto più speso di mangiare a casa propria .
E il take away è una illusione di sopravvivenza. Si ridimensionera presto come tutti i fenomeni non strutturali.
Lo smart working massivo che si imporrà permanentemente anche post pandemia annientera le pause pranzo.
La riconversione è l’unica via.
Ripropongo un mio vecchio commento (lasciato anche come incoraggiamento dopo la cena di venerdì, in un locale raggiunto “dimenticando” i documenti a casa). Trovo strano che ancora tu ci provi, ad “inquadrare” gli uomini, in particolare gli Italiani. Chiunque comprende che, anche senza una consapevolezza che lo porti ad una scelta razionale, l’uomo si muove in direzione opposta al filo spinato entro il quale si tenta di rinchiuderlo. È istintivo, animale. Intelligente. Non come te. – Il fuoco uccide, e le persone s’accalcano alle uscite in caso d’incendio. Spesso finendo schiacciati, ma ci hanno provato, a scappare. Il mercato non ha risposto alla domanda di libertà, e molti sono morti cercandola. Vàgli a spiegare che qualche ustione non sarebbe stata così grave, che avrebbero dovuto mantenere la calma aspettando i pompieri. Soluzione: aumentare le uscite con apertura a spinta, cioè ampliare l’offerta. Quella più larga sarà scelta dai più: come la libera concorrenza, che fa vincere il migliore. Nella mia pizzeria ci sono tante uscite d’emergenza. Se capiterà un incendio, non sarà una tragedia: una mano di bianco, un giro di spritz e passa la paura, si torna a lavorare come al solito. – Che interesse può esserci nel costringere alla chiusura tutte le pizzerie? Comprarle tutte a quattro soldi, d’accordo, anche se la tua pizza fa schifo i clienti… Leggi il resto »
Dubito, cari ristoratori pisani, che riusciate ad ottenere qualcosa, a Roma hanno altro cui pensare. Oggi nel programmino pomeridiano Rai, quello condotto da Matano, hanno fatto un bel servizietto a una ristoratrice che ha osato sfidare il potere, organizzando una serata cena + danze, coi clienti che si comportavano esattamente come i calciatori di serie A dopo aver segnato un gol. Costei ribadiva l’esigenza di poter lavorare, da studio le ripetevano come si permettesse di fare baldoria mentre la gente moriva e robe del genere. Matano ha raggiunto l’orgasmo quando ha ordinato all’ingenua esercente di promettere di non farlo mai più, pareva un questurino, con gli ospiti in studio costernati come da copione. Coraggio, pisani, la lezione ve l’ha impartita il giovane D’Alema, che studente a Pisa, si esercitava nel lancio di bombe molotov contro le Forze dell’ordine, poi l”hanno ricompensato facendolo Presidente del Consiglio, regolatevi un po’ voi…