Commenti all'articolo Caro Porro, ormai siamo una Repubblica fondata sullo smartworking

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Nuccio Viglietti
Nuccio Viglietti
9 Gennaio 2021, 15:30 15:30

Smartworking parola orribile ed intrinsecamente impropria per definire un qualcosa (lavoro da casa) che di intelligente no ha proprio niente…e ridurrà ad autentico deserto interi quartieri di nostre città…strangolamento economico per commercio e ristorazione…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

Adele
Adele
9 Gennaio 2021, 13:20 13:20

È una lettera costruita e anche male.
Io mi vergogno sì, che si perda tempo a commentare queste “ lettere “, a rinfocolare conflitti, a sputare rancore.
Non mi piego alla lamentela vittimista ed alle recriminazioni. Ognuno di noi faccia ciò che sa fare con senso del dovere e cerchi di conservare la dignità

LukeRoma
LukeRoma
9 Gennaio 2021, 11:24 11:24

Pensavo che lo sport nazionale fosse il calcio, devo ricredermi, in realtà è buttarla in caciara col più becero del populismo infarcito di luoghi comuni retorica anacronistica e superficialità. Da un ragazzo di 28 anni vorrei sentir parlare di creazione di startup di opportunità per nuove possibilità di lavoro messe a disposizione da questa pandemia e non di lamentele e piagnisteo. Lo smartworking in determinate categorie di lavoro che probabilmente il ragazzotto ignora è una svolta epocale soprattutto per quelle aziende che erogano servizi tecnologici. Se domani Mattina perdessi il lavoro (ho 50 anni) saprei perfettamente cosa fare senza avere uno straccio di competenza certo che ripartendo dal basso mi consentirebbe di aprire a nuove esperienze. Voi bimbominkia siete tutti uguali vorreste che il lavoro piovesse dal cielo fosse ben retribuito senza nemmeno avere esperienza e rompete il cazzo. Lavora porta i risultati e poi forse lamentati, a 28 anni avrai a malapena varcato l’uscio di casa.

Enrico
Enrico
8 Gennaio 2021, 18:54 18:54

Se esiste un trade-off tra conseguenze sanitarie ed economiche della pandemia, il nostro paese non si è mosso lungo la curva scegliendo ad esempio di sacrificare l’economia in nome della salute, ma ha spostato la curva riuscendo nell’impresa, rispetto agli altri paesi, di ottenere al contempo più danni per la salute e più danni per l’economia. Questo risultato è stato ottenuto conferendo di fatto poteri straordinari da stato di guerra ad un governo e ai suoi commissari che di straordinario non hanno nulla. In nome dell’emergenza pandemica ci troviamo di fatto in uno stato di dittatura economico-sanitaria, comandati da un manipolo di inetti e mediocri con pieni poteri e non all’altezza delle loro responsabilità. Le restrizioni, le violazioni delle libertà individuali, i divieti, le chiusure forzate delle attività economiche, che non hanno avuto pari negli altri paesi, se ovviamente hanno portato al tracollo economico, non hanno generato grossi vantaggi dal punto di vista sanitario, considerando i nostri dati sui contagi e soprattutto sui morti in relazione agli altri paesi. Per ovviare alle carenze del nostro sistema sanitario, agli scarsi risultati ottenuti nella prevenzione e nella cura del COVID e alle disastrose conseguenze economiche dovute alla sua stessa azione fatta di chiusure totali delle attività economiche, il governo-dittatura ha speso una montagna di soldi in disavanzo andando a ingigantire il nostro… Leggi il resto »

Mara
Mara
8 Gennaio 2021, 15:50 15:50

lo smartworking è orribile, alienante e pesa sul quotidiano di chi non vive in case gigantesche e deve condividere piccoli spazi con altre persone, senza più un confine tra privato e lavoro
uscire di casa e interagire con gli altri non sono “parti non essenziali” della nostra vita
mi fanno ribrezzo i giornali che esaltano la restrizione della socialità come una cosa positiva
comunque anch’io sto seriamente pensando a cosa fare della mia vita, non vedo prospettive in Italia nel futuro, anche perché sono convinta che questa situazione andrà avanti almeno fino al 2023 ma forse anche oltre, salvo provvidenza manzoniana, chissà

Flavio Pantarotto
Flavio Pantarotto
8 Gennaio 2021, 14:02 14:02

Un’altra persona che dice: “Sono anni che vorrei che qualcuno con una voce forte, che la pensi così, vada in Parlamento o davanti a milioni di persone a parlare.”
Qualcuno chi, se non TU? Se è vero che milioni di Italiani sono disperati dalle politiche del Governo e sono pronti a manifestare il loro “Non ne possiamo più!”,
decidiamo seduta stante una data, raggruppiamoci e partiamo! A piedi!
Ospitati nelle tende, o nelle case dei patrioti per la notte!
Tra Muggia e Ventimiglia, adunata a Verona, poi in marcia verso Sud; allo stesso modo tra Marsala e Otranto, adunata a Potenza e su, in marcia verso Nord. Appuntamento a Roma, magari davanti al Quirinale. Io ci sono, chi si unisce?