Vi invito a leggere la lettera arrivatami da una commensale della zuppa nella quale ci invita a riflettere sull’importante ruolo che da cittadini dovremmo tenere per conservare la nostra libertà, nonostante il Covid. Pena un dispotismo dal quale non riusciremmo più a uscire, restando solo spettatori passivi.
Caro Nicola,
vorrei tornare (e me ne scuso in anticipo) su il tuo ormai noto diverbio televisivo avvenuto qualche giorno fa con il Prof. Galli. Il punto non è opporre il giornalista al virologo perché ciò non avrebbe nessuno senso né grande interesse. Io da ascoltatrice sempre attenta delle tue Zuppe penso che l’accaduto meriti una considerazione più ampia.
In questo contesto spesso “allarmistico” di somministrazione continua dei numeri del contagio, noi cittadini, sembriamo troppo spesso solo spettatori passivi del notiziario del virus. Vista la confusione che regna dall’inizio di questa pandemia il nostro ruolo qual è? Solo ascoltare, accettare, adempiere ai vari Dpcm? Non abbiamo una nostra responsabilità da prendere come individui, come custodi unici delle nostre libertà individuali? Forse, più che mai, abbiamo l’obbligo di conoscere, informarci in modo approfondito pure sui numeri a noi divulgati. E anche se la situazione è nuova e questo virus non è ancora del tutto conosciuto, ciò non ci dovrebbe esonerare dal saper distinguere tra contagio, positività e malattia.
Altrimenti rischiamo di imbatterci pure questa volta nel famoso paradosso di Alexis de Tocqueville (tanto caro a noi liberisti) e cioè – il “dispotismo” in qualche modo imposto dalle autorità scientifiche che non ci informano con chiarezza – ma che poi ci impongono una restrizione delle nostre libertà. Certo non possiamo conoscere tutto ciò che avviene attorno a noi ma in una situazione come questa, “destinata” a durare ancora per mesi (e c’è chi parla già di un secondo confinamento!) non si può solo cedere alla paura per pura pigrizia nostra. Mi viene un pensiero tutto mio: chissà se Oltralpe risuonerebbe già il rumore dei forconi?
Anche perché comme toujours dietro tanta poca chiarezza sanitaria si potrebbe nascondere il famoso Gorilla (di Chabris e Simons), quello che non vediamo o che non vogliamo vedere. Conservare le nostre libertà forse impone questo sforzo. E allora per finire torno al nostro diverbio iniziale (come di nuovo?): era cosi scortese, scomodo chiedere più precisione sui numeri del contagio? Unica certezza, solo una voce libera lo poteva fare! Grande Nicola.
Françoise Audegon, 16 ottobre 2020