Caro Nicola,
Questa è veramente clamorosa.
La Disney ha deciso, a causa del “suo costante impegno per la diversità e l’inclusione”, di censurare gli ultimi due capitoli della Saga di Paperon de’ Paperoni.
Come noto agli appassionati di fumetti si tratta di una delle più famose ed apprezzate storie Disney degli ultimi 30 anni, opera dell’autore americano (di ovvie origini italiche) Don Rosa. La Saga, divisa in dodici capitoli, racconta la vita di Paperone dall’infanzia in Scozia, a quando cerca fortuna come cercatore d’oro nello Yukon, sino all’incontro con Paperino ed i tre nipotini che si ricollega alla prima storia in assoluto in cui compare il personaggio (ovvero “Paperino ed il Natale sul Monte Orso” – di Carl Barks del 1947).
Il problema è sorto poiché, nel penultimo capitolo della Saga, Paperone per sfruttare le risorse economiche di un terreno in Africa che non riesce ad ottenere legalmente, assolda dei mercenari e fa dare fuoco al villaggio dei nativi per scacciarli. Per tale motivo lo stregone del villaggio lo maledice e lo fa perseguitare da uno zombie con chiare fattezze morfologiche di tipo negroide, chiamato Gongoro (citazione di una vecchia storia di Barks intitolata “Paperino e il Feticcio” del 1949).
Dal punto di vista della crescita personale di Paperone l’episodio è di fondamentale importanza poiché si tratta della prima ed unica volta nella sua vita in cui compie una azione malvagia, che peraltro lo perseguiterà per decenni (sotto forma del Gongoro che lo insegue in giro per il mondo). Il tutto ha quindi una chiara funzione pedagogica.
Ebbene la Disney, nel seguire la cancel culture e l’ossessione imperante per il politically correct, ha comunicato all’autore che non permetterà più la ristampa dei due capitoli finali della Saga, poiché ritenuti “non inclusivi”. Al che Don Rosa, giustamente a mio avviso, ha deciso che non intende far pubblicare una versione monca del suo magnum opus, che quindi non sarà più disponibile nella sua interezza.
Caro Nicola non so se conosci già l’autore o la storia in oggetto (che nel caso ti consiglio vivamente di recuperare) ma ti assicuro che è estremamente famosa ed apprezzata, pubblicata in tutto il mondo ed è considerata una pietra miliare del genere. Questo rende la notizia ancora più sconvolgente poiché nel loro furore iconoclasta ormai non si fermano più davanti a nulla.
Il prossimo passo quale sarà, requisire e bruciare le copie ancora esistenti sul mercato? Viviamo gli albori di una società distopica e non ce ne stiamo rendendo conto? Chiudo con una citazione del grande Winston Churchill, che ben si adatta al caso di specie:
“Se il presente cerca di giudicare il passato, perderà il futuro”.
Ciao!
Andrea Lucchi