Caro Porro,
guardando il suo programma sono incappato nell’oratrice che, alla manifestazione per la morte di Ramy Elgaml, lamentava la profilazione razziale da parte della polizia
Ho sostenuto un assalto di ricordi di gioventù: ero giovane ai tempi del terrorismo e, all’epoca, essere giovani era già una caratteristica sospetta, per cui polizia di Stato e carabinieri ti fermavano per i controlli. Portare i Rayban significava rischiare di farsi menare dai compagni, mentre portare l’eskimo nei pressi di una manifestazione significava farsi fermare e portare in Questura, salvo invece indossarlo nella zona sbagliata della città ed essere menati dai fasci.
Giravo spesso con un compagno di classe che portava i capelli stile rasta, ci fermavano regolarmente per controllare se avevamo del fumo. Lo stesso amico faceva il fattorino per un odontotecnico, girava con una valigetta 24 ore e lo fermavano sempre. Ora che ho passato i 60, vengo regolarmente fermato ai posti di controllo della polizia Locale perché giro con un vecchio catorcio, però in regola con revisione, assicurazione, gomme eccetera.
Con ciò voglio dire che se la funzione della polizia di Pubblica Sicurezza è quella di prevenire il crimine (spesso si fatica a distinguere le funzioni di Ps e quelle di Polizia Giudiziaria, che invece interviene solo dopo che il crimine si è consumato), certamente deve avere dei parametri per indirizzare i controllo verso i soggetti che più probabilmente sono propensi al crimine. Per cui: se gli extracomunitari sono criminali in quota più che proporzionale alla quota della popolazione che rappresentano, se siamo in un quartiere ad alta incidenza di extracomunitari, si vedono passare due giovani su un maxi scooter, è più logico che controllo il maxiscooter, piuttosto che il furgoncino dei muratori egiziani.
Quella che viene chiamata “profilazione” è semplicemente un processo euristico finalizzato ad aumentare l’efficacia delle risorse impiegate per la pubblica sicurezza. Tant’è che i due occupanti dello scooter avevano dei precedenti e sono stati rinvenuti indizi di attività criminose (coltello, contanti, catenina). Dopo di che, spero che il guidatore dello scooter sia indagato almeno per omicidio stradale (senza patente, ad alta velocità e contromano), con la mia mentalità ristretta vedo lui come responsabile dell’omicidio di Ramy. Per concludere, provo compassione per il provincialismo e la subalternità culturale della nostra sinistra: stanno seguendo il percorso della “sinistra” americana; hanno il vantaggio di aver visto come va a finire (vince Trump) e pure persistono.
Lettera firmata
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