Caro Porro, sarò conservatore: ma a me quella storia del taxi non piace

Il caso Sara Giudice e Nello Trocchia? Freud diceva che la civiltà si è formata col contenimento delle pulsioni istintuali

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Trocchia Giudice (1)

La vicenda di Sara Giudice e del consorte Nello Trocchia, che fanno parte di quella folta schiera di moralisti dell’informazione a corrente alternata, a mio avviso c’entra poco con il garantismo. Tant’è che, partendo dalla rigorosa premessa secondo cui siamo tutti innocenti fino a prova contraria, per come è stata raccontata la storia dalla stessa Giudice e da ciò che emerge dai resoconti giornalistici, il comportamento della coppia appare moralmente imbarazzante ad essere indulgenti.

In primis, a parte la stranezza di una richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura senza aver mai ascoltato la presunta vittima, colpisce il resoconto dei fatti espresso dalla Giudice in una lunga intervista rilasciata a Selvaggia Lucarelli, in una inedita versione garantista, per il Fatto Quotidiano.

Dopo essere usciti da un pub di Trastevere, secondo la Giudice ci fu un approccio da parte della querelante: “A fine serata ero appoggiata a un camioncino, avevo i tacchi che mi davano fastidio, lei si avvicina e mi dà un bacio. L’ho ricambiata con allegria – ammette la giornalista -. C’era tensione sessuale? Oddio, era un gioco ma l’ho condiviso volentieri, mi è piaciuto. Ero un po’ stupita di me perché era la prima volta che mi succedeva con una donna!”. Dopodiché, sempre secondo il racconto, Trocchia avrebbe trovato un taxi, e la presunta vittima decide di tornare a casa con la coppia, dal momento che le rispettive abitazioni erano poco distanti.

Nella vettura, sempre secondo la Giudice, “lei mi ribacia e io condivido”. A questo punto sembra che Trocchia chieda a Sara il permesso di baciare la loro “effervescente” amica, la quale avrebbe così risposto – sempre in base a quanto detto nell’intervista -: “Faccio quello che dice Sara”. E Sara, magnanimamente, avrebbe dato il nulla osta con un eloquente “fate come volete”.

Giunti nei pressi della casa della coppia, tutti e tre scendono da taxi, e la Giudice così prosegue nel suo racconto: “Ci appoggiamo alla saracinesca sotto casa e continuiamo a baciarci. Poi avevo la bambina a casa – rivela -, il giorno dopo dovevo partire, e lo dico a Nello”. Dopodiché, nella confusione del momento, in cui non si è compreso se la presunta vittima se ne sia andata di sua sponte a se sia stata invitata dai due ad andarsene, la donna riprende lo stesso taxi e se ne va. Ovviamente, occorre doverosamente aggiungere, il racconto fatto dalla stessa donna è ben più grave rispetto a quanto detto dalla Giudce, in cui la coppia viene accusata di violenza.

Ora, ammesso e concesso che sia stata l’esuberante affettuosità della collega, unita magari ad un po’ di alcol, a far abbassare i freni inibitori della Giudice, accettandone e ricambiandone con profusione i baci, ma l’integerrimo marito se ne sta con le mani in mano? Da persona responsabile, tenta forse di mettersi in mezzo, cercando in qualche modo di contenere i bollenti spiriti delle due donne? Niente affatto, malgrado sul suo profilo di inviato del Domani, egli sostenga che la famiglia e il Napoli siano i suoi principali amori, si butta nell’assurdo gioco erotico, chiedendo addirittura il permesso alla moglie di baciare l’altra.

Certamente sarò tacciato di essere un bieco conservatore d’altri tempi, ma personalmente tutta questa faccenda mi risulta essere umanamente e professionalmente una vera e propria robaccia.

D’altro canto, come scrisse con parole a caratteri cubitali il grande Sigmund Freud, “noi crediamo che la civiltà si sia formata sulla base del contenimento delle pulsioni istintuali”, ed è proprio in virtù di questo sacrificio, che va sempre ripetuto attraverso le generazioni, che l’uomo si è evoluto dalla primitiva condizione animale. Ebbene, in questo caso, il medesimo contenimento, soprattutto in presenza di un ignaro testimone, è andato bellamente a farsi friggere, dando luogo ad uno spettacolo piuttosto imbarazzante, particolarmente per chi ha costruito una carriera facendo il moralizzatore politicamente molto orientato.

Proprio non ci siamo, cari “amici” de’ sinistra: non ci si comporta in questo modo.

Claudio Romiti, 31 agosto 2024

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