EconomiaLa posta dei lettori

La manovra

Caro Porro, sono furioso: il “mio” governo aumenta le tasse ai “cervelli” di rientro

Da elettore di questa maggioranza, mi chiedo: perché proprio un governo di destra deve penalizzarmi così?

Giorgia Meloni tasse cervelli in fuga

Caro Porro,

relativamente alla manovra 2024 – specificatamente circa la modifica del regime degli impatriati – le scrivo per denunciarle una cosa che considero un’ingiustizia verso coloro che si sono sacrificati per anni all’estero e ora vorrebbero rientrare.

Con la manovra si riduce il vantaggio fiscale per il rientro dei cervelli dall’estero e viene addirittura eliminato per chi rientra nello stesso gruppo industriale.

Non capisco che senso abbia penalizzare coloro che dopo anni di sacrificio all’estero, lontani dai propri cari, avevano fatto conto sull’agevolazione per rientrare finalmente in Italia.

Da elettore di questa maggioranza, mi chiedo perché proprio un governo di destra deve penalizzarmi così?

Nella mia situazione, oggi non è più conveniente rientrare a queste condizioni, sebbene l’azienda mi abbia proposto di farlo l’anno prossimo. Il rientro sarebbe stato nella sede centrale dell’azienda in cui lavoro, per portare il know how e l’esperienza internazionale a servizio del PIL del mio paese.

Avendo famiglia e due figlie, però, il costo economico ed emotivo di un rientro, oltre che il rischio, ora non è più compensato dal vantaggio fiscale. Nel mio caso, anzi, verrebbe addirittura azzerato il beneficio – senza motivo apparente – solo perché avrei “la sfortuna” di essere richiamato in Italia dall’azienda che ho aiutato da manager a crescere all’estero.

Siamo una azienda che ha la sua sede nel nostro paese, che non fugge nei paradisi fiscali, che paga le tasse in Italia e che di conseguenza vuole irrobustire e far crescere il gruppo con i migliori manager che si sono distinti all’estero. Con questo cambio diventa impossible farci rientrare in maniera competitiva: costa meno prendere un esterno che un interno. Non ha senso!

L’Italia non è un paese semplice in cui lavorare, nonostante sia bellissimo per vivere. Chi vuole tornare credo debba avere un adeguato vantaggio.

All’estero siamo richiestissimi come manager proprio per la capacità di essere precisi ma inventivi e il paradosso maggiore è che se andassi in altro paese europeo avrei li si un vantaggio fiscale, che invece il mio Paese non vuole più riconoscermi.

A nome di tutti quelli che si trovano nella mia situazione (e siamo molti!), vi chiediamo gentilmente di correggere la stortura e ripristinare un accesso più ampio al regime, oltre che i benefici maggiori almeno per le persone che come me non sono giocatori di calcio, ma che si sacrificano ogni giorno portando veramente l’italianità all’estero e desiderano poter tornare in giorno o l’altro.

Lettera firmata