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Caro Porro, sono una maestra e temo per la scuola

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Gentile Porro,

scrivo a lei in quanto è tra i pochi spazi bianchi di giornalismo in cui ci si può ancora permettere il lusso di invertire i pensieri comuni di massa, esprimendo opinioni proprie e nn comandate dai soliti teatrini della tv, ormai triti e ritriti. Sono una maestra, delusa, sconfortata, confusa, una maestra ribelle, controcorrente, una pecora nera che continua a voler camminare verso un’unica strada, la libertà. Se ancora esiste il senso della parola, perché non solo si è perso nella follia e nel panico generale, ma ha cessato di esistere da quasi due anni.

Ora mi chiedo come in così pochi mesi la scuola sia diventata pericolosa, distante, sterile. A giugno era ancora considerato un luogo sicuro. Tutti noi docenti abbiamo lavorato in sicurezza ogni singolo giorno, eppure ogni sforzo consumato nel rispetto delle regole, delle distanze, delle mascherine, del gel, dell’igienizzazione, dei banchi perfettamente allineati al nastro rosso sul pavimento, dello sport assente, delle palestre chiuse, ad ogni sforzo fatto, subito, preteso, che ora risuona ancora più inutile, vano, inesistente e decisamente pesante. Poi circolari continue e pressanti, gite bannate, socialità distrutta, nuova valutazione da modificare in corso di anno, rimodulazione delle lezioni in sincrono e asincrono per il periodo delle due settimane di chiusura. Insomma ma cosa volete di più da chi la scuola la fa sul serio, da chi è in classe nella realtà e non nella distante visione dei politici.

Forse si dovrebbe riflettere, pensare se tutto questo sia davvero servito, ma se siamo arrivati fino a qui è evidente che la risposta è no. Eppure abbiamo continuato a fare scuola in presenza, almeno noi della primaria, io sono andata in presenza anche nelle due settimane di chiusura, non ho saltato un solo giorno. Ma è il mio lavoro e cerco di farlo nel migliore dei modi e sono felice di farlo per i miei alunni. Ma chi dall’alto governa sullo sventurato popolo, mi chiedo ma cosa ha mai fatto per la scuola in questi anni, le scuole sono vecchie e alcune non sicure, le classi sono rimaste numerose, i collaboratori scolastici sempre in minoranza rispetto ai piani e alle classi assegnate, le lim che funzionicchiano, i laboratori solo sulla carta e poi spesso non si ha il tempo materiale per realizzarli perché la verità è che si è soli in classe.

Forse i ministri non hanno ben presente cosa significhi insegnare a dei bambini, quanta responsabilità emotiva ci sia, così nella loro ignoranza emettono sentenze che tuonano con il fumo nero delle minacce, obblighi velati e vigliacchi. Vorrei ricordare però che non esiste un obbligo vaccinale, per cui se non esiste, la domanda sorge spontanea, perché non ho un reale diritto di scelta se sono nella piena legalità? E ancora: su quali dati scientifici il contagio avviene a scuola? Siamo sicuri che siano state adottate le misure migliore per tutti? O come sempre si fa il gioco di forza, tanto a perderci sono sempre i comuni mortali.

Vedana De Curtis, 15 agosto 2021