Cronaca umoristica di un guasto elettrico. Nella scorsa settimana mi sono cimentato nella risoluzione di un guasto elettrico. Era di sera e mia moglie stava preparando la cena all’improvviso si è staccata la corrente elettrica e siamo rimasti al buio. In queste situazioni more solito le torce elettriche risultavano scariche per cui obtorto collo siamo ricorsi agli antichi sistemi delle bugie con le antiche candele ed abbiamo avuto un poco di luce. Ho verificato il salvavita che era inserito, sono sceso per verificare il contatore ma era inserito.
Fatto questo, telefono per segnalare il guasto visto che avevo constatato che nel condominio gli altri utenti avevano regolarmente la corrente. Rintraccio il numero telefonico del centro di assistenza dove si afferma che è attivo per 24 ore, mi risponde una voce robotizzata che subito mi chiede : “Sta telefonando per l’utenza ubicata in via se si dica si se no dica no”. Ovviamente dico si. Successiva domanda: “Gli altri utenti del condominio hanno la corrente? Se si dica si, se no dica no”. Ovviamente dico si. Altra affermazione: “Il suo salvavita è inserito? Se si dica si se no dica no”. Ovviamente dico si. “Ci lasci circa tre minuti per monitorare il suo contatore non interrompa la chiamata”. Rimango in attesa finalmente dopo quattro minuti risento una voce che mi dice: “Nessuna anomalia è stata riscontrata nel suo contatore. Adesso ci dica se può contemporaneamente essere presente davanti al salvavita di casa sua ed al contatore se si dica si se no dica no”. Ovviamente non possedendo il dono della bilocazione dico di no. Allora mi si risponde che una segnalazione guasto è stata aperta a mio carico con il numero e lì mi comunicano un numero ad otto cifre. Chiedendomi di ritelefonare dopo le ore sette del mattino per parlare con un operatore.
Ceniamo al lume di candela con mia moglie Maria, andiamo a letto ma non riesco a dormire serenamente pensando che tutto quello che abbiamo nel frigo e nel congelatore può andare a male e quindi mi alzo alle sei del mattino aspettando che alle sette si attivi l’operatore umano. Finalmente alle sette riesco a conferire con un operatore umano al quale comunico il codice della segnalazione guasto fornitomi, lui mi dice che devo attendere che questo codice venga espletato. Chiedo quali siano i tempi dell’intervento mi si risponde che non li conosce. Alla fine della telefonata una voce mi dice di esprimere il mio gradimento sulla assistenza ricevuta con un numero da 1 a 5. Dal pessimo al soddisfacente, ovviamente io metto il numero 1 pessimo.
Dopo una oretta sento squillare il telefono erano i tecnici della Società elettrica che erano venuti a risolvere il guasto mi chiedono di aprirgli e finalmente accedono nei locali del contatore dove mi svelano l’esistenza di un’altro salvavita nei locali del contatore, finalmente si ripristina la erogazione della corrente e subito dopo mi arriva una nuova telefonata dove si chiedeva di valutare la soddisfazione della assistenza sempre con un numero da 1 a 5. Questa volta ovviamente assegno loro un bel 5. Pienamente soddisfatto.
Rimpiango il tempo nel quale era possibile parlare con una persona senza dovere digitare alcun numero o dovere come un pappagallo rispondere alle domande spesso idiote e non razionali perché se ti telefono vuol dire che ho un guasto singolo e non di area, poi non parliamo degli indici di gradimento suo quali è meglio stendere un pietoso velo. Non sempre un progresso è veramente un progresso in tanto casi è un regresso dei rapporti umani ed una mortificazione della parola che in questo modo viene uccisa e confinata in un sacello dal quale, speranzosa attende che qualcuno possa esumarla per riportarla a nuova vita!
Vittorio Banda, 13 marzo 2023