ArticoliLa posta dei lettori

Caro Porro, ti racconto la mia odissea con le tasse universitarie

Articoli / La posta dei lettori

Buongiorno Nicola,

credo di poter affermare di essere un raro caso di padre divorziato con i figli che abitano con me.
Il più piccolo frequenta la prima superiore e praticamente non ha ancora conosciuto i professori visto che gran parte dell’anno scolastico finora lo ha fatto in Dad.
La più grande frequenta la facoltà di Scienze Naturali all’Università di Pisa, ormai chiusa da oltre un anno!

Ad aprile 2019, dopo un’esperienza di 20 anni in Welcome Italia, ho aperto una mia attività di consulenza e formazione commerciale nell’ICT. I primi tempi come per tutti sono duri, ma all’inizio del 2020 intravedevo i primi sviluppi quando l’arrivo del Covid-19 e, soprattutto, le decisioni del Governo mi fecero tremare le gambe perché nel giro di tre giorni (e non è per dire) tutti gli accordi di formazione e interventi in summit aziendali si azzerarono. Per la prima volta nella mia vita ho sentito mancare il terreno sotto i piedi. Non ho potuto usufruire di aiuti dello Stato, ad eccezione delle 600 euro, perché ad aprile 2020 il fatturato era zero, ma era zero anche nel 2019 (attività appena iniziata, solo costi). Sono cresciuto professionalmente e personalmente con il concetto della responsabilità e che i risultati dipendono dal mio lavoro e non dallo Stato o dalla politica.

Infatti, in qualche modo me la sono cavata, spostando tutto il mio lavoro sull’online e facendo consulenza e formazione in video conferenza. Non ti nascondo però momenti di difficoltà che mi hanno costretto a rimandare anche il pagamento di alcune tasse universitarie di mia figlia.
Adesso è tutto in regola, ma ho un paio di domande che so già non troveranno nessuna risposta dai nostri cari e competenti amministratori:

1. è normale, in questo periodo di crisi, che le tasse non siano state minimamente ridotte visto che il servizio universitario non è affatto lo stesso (lezioni solo a distanza, nessun laboratorio, aule vuote da oltre un anno, ecc.)

2. è normale che a fronte di un ritardo di un 50 giorni di pagamento di una rata di iscrizione dell’importo di 733 euro (scaduta il 1/2/2021) lo Stato, oltre a non venirti incontro in nessun modo, ti faccia pagare anche una mora di ritardo pagamento di 36,65 euro? Cioè in meno di due mesi il 5%…

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva