Commenti all'articolo Caro Porro, ti spiego l’attualità di Keynes
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20 Commenti
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Arturo
24 Gennaio 2021, 15:32 15:32
Caro Signore, la sua analisi è certamente ben argomentata… ma Keynes forse non immaginava che l’aumento dell’offerta di moneta si sarebbe tradotto oggi unicamente nell’aumento del prezzo degli asset (azioni, obbligazioni, ecc…) delle “big to fail”, ovvero di quell’economia finanziaria che arricchisce i già ricchi. Con nessuno di quegli effetti da economia reale voluti nelle intenzioni di Keynes. La moneta non crea ricchezza ma la scambia; e solo se è “sonante”, permette di conservarla. Staccarsi dal “gold standard” ha solo significato dare potere al dollaro e alla possibilità per gli Stati Uniti di finanziarsi a costo zero. Cioè emettendo debito essendo sicuri che sia comprato. Bello vincere facile. Beh, almeno si finanziassero e si fossero finanziate le infrastrutture, le scuole, gli ospedali americani, a beneficio dell’economia reale sopra detta. Ma no, ad essere in primis finanziata è stata ed è l’industria delle armi, soprattutto per le proprie guerre. E la ragione c’è! Ed è legata ancora al signoraggio di una moneta che non è sonante. Perché una moneta non sonante (ovvero fiat, imposta dall’autorità di chi la emette), slegata da ogni riferimento di valore che non sia la semplice “forza” di chi la emette, è conseguentemente fattore di guerre. Cioè è logico nella fattispecie che gli USA facciano di tutto (così come hanno fatto e faranno) per dimostrare di essere… Leggi il resto »
Giuseppe
23 Gennaio 2021, 9:40 9:40
Gli insegnamenti giusti: guardare agli errori del passato. Bando all’eguaglianza a tutti i costi. L’europa è un errore disastroso.
Sergio BULIAN
23 Gennaio 2021, 6:33 6:33
Buongiorno. Concordo con lei su molti passaggi ma non sulle conclusioni. Molti Economisti più blasonati di lei hanno tirato JM Keynes per la giacchetta per fargli dire cose non sue. Io credo che da Liberista vorrebbe un paese (Italia) si che applica delle cure temporanea ma nel contempo faccia tutto il necessario per essere efficiente. Io questa seconda parte non la vedo, soprattutto in certi settori dello stato. E non serve la svalutazione ma la produttività. La svalutazione colpisce i più poveri la produttività premia i più bravi. Saluti
Cullà
22 Gennaio 2021, 21:48 21:48
Leggere Mises please. Spiega bene a sufficienza perché quelle di Keynes erano balle allora e son balle adesso.
Emanuele
22 Gennaio 2021, 19:55 19:55
C’è un fatto empirico ben noto che smonta diverse dichiarazioni contenute nell’articolo. Stati Uniti d’America. Nel cuore del 1800 (pre guerre civili). Gold standard. Deflazione. Crescita. Prosperità.
cecco61
22 Gennaio 2021, 19:52 19:52
Certamente Keynes non avrebbe apprezzato l’Euro, come del resto i migliori economisti mondiali che, fin dagli anni ’90, furono zittiti perché andavano contro il pensiero dominante e, più nel dettaglio, contro la volontà tedesca di dominare l’Europa non più con le Panzer Division ma con la moneta. Tuttavia Keynes, rigorista laddove ammetteva un bilancio statale in deficit ma solo per pochi anni, 2 o 3, giusto per far ripartire l’economia e assorbire un eventuale disoccupazione in eccesso, parte da un errore sostanziale a cui, chi ha scritto l’articolo, neppure accenna velatamente. Keynes sosteneva che l’aumento della spesa pubblica, anche se precursore di nuove tasse o di incrementi di quelle esistenti, non avrebbe avuto alcun effetto sul livello dei consumi. Peccato che, ai suoi tempi, il 90% della popolazione spendeva solo per consumi primari e indispensabili e quindi l’alternativa era la morte per fame. Oggi, per mantenere 7 miliardi di persone, è inevitabile consumare e produrre reddito anche in settori non indispensabili, dalla ristorazione al turismo, dal nuovo elettrodomestico al cellulare ultimo modello, anche se il vecchio funziona ancora benissimo. Un aumento del deficit statale lascia presagire nuove tasse e quindi tutti i beni voluttuari restano negli scaffali dei negozi. Il problema italiano è fondamentalmente il livello dei consumi delle famiglie che costituiscono il 70% del nostro PIL e che è… Leggi il resto »
Caro Signore, la sua analisi è certamente ben argomentata… ma Keynes forse non immaginava che l’aumento dell’offerta di moneta si sarebbe tradotto oggi unicamente nell’aumento del prezzo degli asset (azioni, obbligazioni, ecc…) delle “big to fail”, ovvero di quell’economia finanziaria che arricchisce i già ricchi. Con nessuno di quegli effetti da economia reale voluti nelle intenzioni di Keynes. La moneta non crea ricchezza ma la scambia; e solo se è “sonante”, permette di conservarla. Staccarsi dal “gold standard” ha solo significato dare potere al dollaro e alla possibilità per gli Stati Uniti di finanziarsi a costo zero. Cioè emettendo debito essendo sicuri che sia comprato. Bello vincere facile. Beh, almeno si finanziassero e si fossero finanziate le infrastrutture, le scuole, gli ospedali americani, a beneficio dell’economia reale sopra detta. Ma no, ad essere in primis finanziata è stata ed è l’industria delle armi, soprattutto per le proprie guerre. E la ragione c’è! Ed è legata ancora al signoraggio di una moneta che non è sonante. Perché una moneta non sonante (ovvero fiat, imposta dall’autorità di chi la emette), slegata da ogni riferimento di valore che non sia la semplice “forza” di chi la emette, è conseguentemente fattore di guerre. Cioè è logico nella fattispecie che gli USA facciano di tutto (così come hanno fatto e faranno) per dimostrare di essere… Leggi il resto »
Gli insegnamenti giusti: guardare agli errori del passato. Bando all’eguaglianza a tutti i costi. L’europa è un errore disastroso.
Buongiorno. Concordo con lei su molti passaggi ma non sulle conclusioni. Molti Economisti più blasonati di lei hanno tirato JM Keynes per la giacchetta per fargli dire cose non sue. Io credo che da Liberista vorrebbe un paese (Italia) si che applica delle cure temporanea ma nel contempo faccia tutto il necessario per essere efficiente. Io questa seconda parte non la vedo, soprattutto in certi settori dello stato. E non serve la svalutazione ma la produttività. La svalutazione colpisce i più poveri la produttività premia i più bravi. Saluti
Leggere Mises please. Spiega bene a sufficienza perché quelle di Keynes erano balle allora e son balle adesso.
C’è un fatto empirico ben noto che smonta diverse dichiarazioni contenute nell’articolo. Stati Uniti d’America. Nel cuore del 1800 (pre guerre civili). Gold standard. Deflazione. Crescita. Prosperità.
Certamente Keynes non avrebbe apprezzato l’Euro, come del resto i migliori economisti mondiali che, fin dagli anni ’90, furono zittiti perché andavano contro il pensiero dominante e, più nel dettaglio, contro la volontà tedesca di dominare l’Europa non più con le Panzer Division ma con la moneta. Tuttavia Keynes, rigorista laddove ammetteva un bilancio statale in deficit ma solo per pochi anni, 2 o 3, giusto per far ripartire l’economia e assorbire un eventuale disoccupazione in eccesso, parte da un errore sostanziale a cui, chi ha scritto l’articolo, neppure accenna velatamente. Keynes sosteneva che l’aumento della spesa pubblica, anche se precursore di nuove tasse o di incrementi di quelle esistenti, non avrebbe avuto alcun effetto sul livello dei consumi. Peccato che, ai suoi tempi, il 90% della popolazione spendeva solo per consumi primari e indispensabili e quindi l’alternativa era la morte per fame. Oggi, per mantenere 7 miliardi di persone, è inevitabile consumare e produrre reddito anche in settori non indispensabili, dalla ristorazione al turismo, dal nuovo elettrodomestico al cellulare ultimo modello, anche se il vecchio funziona ancora benissimo. Un aumento del deficit statale lascia presagire nuove tasse e quindi tutti i beni voluttuari restano negli scaffali dei negozi. Il problema italiano è fondamentalmente il livello dei consumi delle famiglie che costituiscono il 70% del nostro PIL e che è… Leggi il resto »