La posta dei lettori

Caro Porro, ti svelo la bufala sulla “meritocrazia” nella Pa

meritocrazia PA

Caro Nicola,

ti scrivo queste righe quale tuo lettore e quale idoneo collocato nella graduatoria del concorso pubblico per il reclutamento di n. 11 Funzionari giuridici di amministrazione, indetto dal Ministero della salute alla fine dello scorso anno, con decreto direttoriale del 21 giugno 2022. Tale graduatoria, approvata con successivo decreto direttoriale del 24 ottobre 2022, reca n. 105 unità (le prime n. 22 unità sono state assunte e ad oggi residuano n. 83 unità di idonei).

Stanti le limitate capacità assunzionali dello stesso Ministero della salute, io e gli altri 83 colleghi idonei in graduatoria abbiamo pertanto costituito un Comitato e, con numerose note stiamo da tempo tentando di informare le diverse Amministrazioni centrali dello Stato (Presidenza del consiglio dei ministri, Ministeri, Agenzie varie) della vigenza e della disponibilità della nostra graduatoria al fine di consentire ad esse eventuali assunzioni (anche alla luce delle urgenze derivate dall’attuazione del PNRR) mediante attingimenti ai sensi del comma 61 dell’articolo 3 della legge 24 dicembre 2003 n. 350. Le risposte che ci giungono tuttavia sono nella quasi totalità negative, poiché, a detta degli uffici interessati, rispetto a qualunque utilizzo mediante attingimento alla citata graduatoria del Ministero della salute da parte di altre Amministrazioni – al fine di coprire eventuali fabbisogni di personale – prevale sempre e comunque la scelta di procedere all’indizione di nuovi concorsi pubblici.

Lo stesso Ministero dell’economia e delle finanze, che il 6 febbraio 2023 aveva sottoscritto un accordo con il Ministero della salute (titolare della graduatoria) per l’utilizzo, entro il 30 aprile 2023, della graduatoria stessa al fine di assumere 30 unità per proprie esigenze, ha fatto marcia indietro e non ha dato attuazione all’Accordo stesso, preferendo altre opzioni (nuove indizioni di concorsi propri).

Questo dover assistere impotenti a continue nuove indizioni di procedure concorsuali per coprire i fabbisogni di personale mentre la nostra graduatoria in cui noi ultimi 83 siamo collocati dopo mesi di studi e di sacrifici si avvierà pian piano alla naturale scadenza biennale inevitabilmente svilisce ogni speranza e ogni aspettativa. E viene pertanto da chiedersi se davvero esistono idonei, partecipanti a concorsi che hanno quindi superato con successo, che non hanno a priori possibilità di essere assunti, se non dal solo Ministero che ha indetto la selezione (e che sembra non avere ulteriori necessità o risorse economiche necessarie). E allora ci si interroga sull’opportunità di metterci davvero, in questa società, impegno, sacrificio e merito… se il contesto in cui successivamente ci si viene a trovare è questo.

In allegato, Nicola, troverai una nota (una preghiera, in realtà) che avevo inviato il 23 marzo scorso al Ministro per la pubblica amministrazione, sen. Paolo Zangrillo, nella quale – evidenziando il caso specifico – segnalavo l’opportunità di predisporre qualche intervento legislativo che mettesse ordine di questo far west di mille e mille nuove indizioni di concorsi “personali” per ciascun ente, piccolo o grande, e che obbligasse le tante pubbliche amministrazioni con carenza di personale ad esperire l’utilizzo di graduatorie vigenti di altri enti per coprire eventuali fabbisogni, prima di procedere all’indizione di nuove, continue procedure concorsuali. Questa soluzione consentirebbe di velocizzare enormemente il reclutamento, consentirebbe di smaltire il numero di idonei in attesa di assunzione mediante scorrimenti, consentirebbe di premiare il merito (poiché trattasi di candidati pronti a prendere servizio immediatamente, dato che hanno già sostenuto e superato le relative prove) e consentirebbe altresì di risparmiare denaro pubblico evitando le spese che inevitabilmente recano con sé queste procedure. Inutile aggiungere che a quella nota, ovviamente, non ho ricevuto alcuna risposta.

Se anche il più piccolo Comune della Repubblica, spesso per esigenze egoistiche (per non dire elettorali, a volte), preferisce indire il suo concorso privato… avremo presto un mare di candidati in attesa di assunzione, un mare di disoccupati-concorsisti di professione e un mare di denaro dei contribuenti speso per procedure identiche e troppo, troppo spesso inutili. Questi non sono costi evitabili? Parliamo di risparmio, di ottimizzazione, di razionalizzazione, Nicola… ma il subordinare per legge l’indizione di nuovi concorsi all’infruttuoso tentativo di ricorrere all’utilizzo di graduatorie vigenti di altre amministrazioni… non sarebbe risparmio esso stesso?

A fronte dell’immobilismo legislativo su questo fronte, Nicola, non mi resta altro da fare che accettare lo status quo. Ma un invito voglio comunque rivolgerlo al nostro legislatore. Prima di arrivare ad acquistare meno siringhe negli ospedali o a tagliare servizi fondamentali ai cittadini, in nome di una spending review utilizzata solo come vessillo (e solo quando fa comodo), facciamo – tutti – una riflessione profonda, tenendo a mente quanto evidenziavo sopra. Quando si vuol parlare di riduzione dei costi della pubblica amministrazione, di meritocrazia, lo si faccia pure. Ma abbassiamo la voce, però. Perché sappiamo, tutti, che stiamo dicendo una piccola, grande bugia.

Ti saluto cordialmente, Nicola.