Gent.mo dott. Porro,
mio marito ed io abbiamo avuto il Covid l’anno scorso: un po’ di malessere, perdita di gusto e olfatto. Siamo stati in quarantena per il tempo previsto (circa 4 settimane) con i nostri 2 figli (16 e 12 anni), in un appartamento di dimensioni standard. Non abbiamo potuto rispettare alla lettera le indicazioni ricevute dall’Ats (distanziamento, continua igienizzazione degli ambienti ecc…) e ciò nonostante i nostri figli non hanno contratto il virus durante il periodo di quarantena.
Da quando sono nati sono sani; hanno ricevuto i vaccini obbligatori (esavalente) e consigliati per i bambini frequentanti l’asilo nido (meningocco + pneumococco). Il buon senso, la razionalità e la memoria di ciò che è stato sempre detto (per i ragazzi sani il Covid, in linea di massima, non è pericoloso) non vorrei sottoporli a vaccinazione.
Sono disposta a rinunciare al ristorante al chiuso, al cinema, al teatro ecc. Eventualmente, faremo un tampone occasionalmente. Però, siamo a settembre… con la scuola riparte anche lo sport: obbligo di green pass!
Che si fa? Cosa c’è ora sul piatto della bilancia costi-benefici?
Genitori che mesi fa si dicevano contrari a vaccinare i propri figli, ora si arrendono al “ricatto” sanitario: “no vaccino, no sport per tuo figlio”! Del resto non mi identifico neppure con manifestanti aggressivi o minacciosi. Nel “meraviglioso” Internet, dove tutto si trova non riesco a trovare un’associazione genitori o altri che si stiano muovendo per opporsi a tale situazione.
Mi farebbe piacere avere un suo parere al riguardo. Ringraziando per l’attenzione, saluto cordialmente.
P.S. A Messa, invece, nessun obbligo di green pass…