Carola prima sperona e poi si candida: finirà affondata da se stessa

La Rackete, simbolo della sinistra migrazionista, si presenta per un seggio all’Europarlamento con Linke

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carola rakete candidata

Carola Rackete vuole averle tutte vinte e se non la spunta sempre e ovunque ti scatena il pandemonio. Se le regali per la laurea tarda una Ong, lei sperona un equipaggio militare italiano, tanto conosci tu il paese dove si scusano gli sbirri? Cioè li pigliano a machettate, li colano a picco e questi lì a spiegare, a discolparsi, a giustificarsi. Insomma come al luna park: tre palle un soldo e sempre si vince.

Carola Rackete è l’archetipo della fanciullona fannullona di estrema – estrema – estrema sinistra: quella che da “capitana” di una bagnarola equa e solidale, poco equa e ancor meno solidale, tentò deliberatamente di travolgere una motovedetta della Guardia Costiera, siccome non la lasciavano passare e lei voleva rovesciare in porto un carico di migranti raccolti con la sua Sea Watch 3, una bagnarola tetra; quindi si segnalò per una serie di dichiarazioni allucinanti, o allucinogene, contro l’allora ministro dell’Interno Salvini, al punto da lasciar sospettare una provocazione organizzata; dopodiché si dimise dalla carriera nautica, salì su alcuni alberi, infine se ne persero le tracce.

Arieccola: Die Zeit la dà per probabile candidata all’Europarlamento con la formazione di extra-super-ultrasinistra Linke. Per servizi resi, si potrebbe dire: come sempre, dove c’è un comportamento eversivo, antagonista, frontale contro le forze dell’ordine, la sinistra si esalta. E premia. Rackete venne assolta con tante scuse per avere deliberatamente investito un natante militare dello stato italiano, rischiando di far fuori chi lo abitava; Salvini, che di recente ha riscosso una mancata autorizzazione a procedere, perché i giudici volevano condannarlo secco per aver definito “zecca” una che ha sfiorato una strage, resta nelle peste giudiziarie dopo anni, coi magistrati che tra loro si chattavano: “Ma quello ha fatto solo il suo dovere di ministro”; “Infatti, ed è per questo che non dobbiamo lasciargli scampo”. Una roba che definire scandalosa sarebbe riduttivo, ma il nostro capo dello Stato faceva uno dei suoi sorrisi strazianti e tutto andava a posto: già tanto che non avesse insignito la sovversiva ai crauti, anche nei capelli, di qualche cavalierato.

Servizi resi. La centralina sociale crucca, con le sue acconciature tubolari, Dio mio, con le sue magliettine in perenne, e urgente, bisogno di candeggio, fu portata in processione come una Madonnina rivoluzionaria, con tanto di mozzi-apostoli che in Italia erano particolarmente devoti e trasversali, da +Europa alla sinistra radicale (de che?) passando per quella cromatica. Nessuno ha mai capito l’utilità di questa capitana, né il suo gioco, che però adesso si chiarisce meglio. Fai qualche cosa di fuorilegge, preferibilmente in Italia: la sinistra europea te ne sarà riconoscente. È anche questo un modo per far sentire un paese inferiore, per disprezzarlo, alla faccia degli stati uniti d’Europa. Mentre i vecchi nostromi sono già pronti a scattare al grido “Nessuno tocchi Carola”: no, no, non c’è pericolo, manco con una forchetta.

Poi che venga eletta è da vedere: Linke, come tutte le formazioni deliranti a sinistra del Grande Timoniere, raccoglie, provvidenzialmente, percentuali da programma di Scanzi, roba nell’ordine dei decimali: è la quota fisiologica di mattoidi e di lunatici che non manca in nessun contesto sociale. Ma è già significativo l’intento, insomma basta il pensiero: a questi ultracomunisti nel climaterio della Storia non importa un fico secco dei migranti, della giustizia sociale, del clima, gli preme solo dei soldi. E siccome questa entità sfuggente chiamata Carola ha avuto il suo momento di notorietà, in Italia, se la giocano come la scommessa della disperazione. La politica influencer o della farsa continua: la candidata finge di smarcarsi dalla sinistra fanatica che la esprime, alla quale appartiene geneticamente, nel tentativo di raccattare voti dispersi, però non rinuncia a definirsi cane da guardia contro la destra fascista. Se lo dice lei.

Probabilmente sarà un buco nell’acqua, Rackete finirà affondata da se stessa, grottesco anche solo immaginarla a Bruxelles; grottesco ma non così strampalato, l’Unione essendo una astrazione burocratica creata a tutela della finanza, della grande industria a mezzo del lobbismo più sfrenato. Pare comunque che, apprendendo la notizia, Greta Thunberg abbia avuto una crisi demoniaca e neppure Mario Tozzi sia riuscito a placarla: “Maledetti! Vi faccio fuori tutti! Come osate privarmi del mio futuro? Sei anni con questa stronzata del moriremo tutti, non c’è più tempo, il pianeta si squaglia, e poi candidate quella là? Ma io mi sono laureata a 20 anni prima di diplomarmi e sono l’unica sulla faccia del pianeta da salvare che ha preso un diploma senza frequentare manco un giorno. Sono io che ho interrogato la commissione, e alla fine li ho bocciati tutti in sensibilità ambientale.

Questo non significa niente per voi? Stronzi! Pure da Bergoglio sono andata. Ho fatto le boccacce a Trump. Ho fatto traversate in catamarano con dietro le corvette a nafta di scorta. Quella ha a malapena rischiato di far fuori un equipaggio militare italiano, capirai. Ah, ma non finisce qui!”. E ha messo in chiaro che o candidano pure lei, o molla tutto il circo ambientalista, si imbarca su un cargo battente bandiera cinese e si mette a girare i 7 mari. Dal Pd italiano, Elly Schlein ha fatto sapere che è disposta ad imbarcarle entrambe, destinazione Strasburgo.

Max Del Papa, 18 luglio 2023

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