Il dibattito pubblico italiano, almeno quella parodia di esso a cui assistiamo nei talk show televisivi o sui social o seguiamo sulla discreditata (ahimè) stampa nazionale, non riesce ad andare oltre le questioni sanitarie. Vaccini sì o no, “dittatura sanitocratica” o giusti provvedimenti di contenimento, mascherine e distanziamento, e via dicendo.
Tutto importante, per carità! Ma il rischio è che in questo modo la lotta contro il governo astragga dal fatto a mio avviso più importante, e foriero di molte più conseguenze negative in prospettiva che non una gestione dell’emergenza che pure è stata a dir poco fallimentare. Si tratta di questo: il governo Conte 2 è sorretto da una maggioranza le cui forze politiche si richiamano a ideologie, quali quelle socialiste e di “democrazia diretta”, che, ovunque sono state applicate (e i fatti al contrario delle idee non sono opinabili), hanno generato rovine e fallimento. Questo, detto altrimenti, è il governo più a sinistra di tutta la storia repubblicana, che pure a quella parte ha sempre guardato e in modo sbilenco lì ha avuto sempre il proprio asse pendente.
Ora, ciò che è proprio del socialismo, in tutte le sue declinazioni, altro non è che questo: la diffidenza, e anzi l’odio, per la proprietà privata. Che nelle sue forme estreme, quelle marxiste, assume i tratti delll’utopia, che è poi una distopia, cioè la sua abolizione completa che finalmente arriverebbe con l’avvento della “città futura” comunista. Che non sia solo una questione di idee, questo governo lo ha ampiamente dimostrato, anche se il Covid ci ha distratto così tanto da non aver meritato più di tanto la nostra attenzione. Alitalia, Ilva, Autostrade… come sia andata a finire era forse fin troppo facilmente immaginabile: tutto in mano allo Stato che, come nei paesi socialisti, continuerà a bruciare risorse senza risultati apprezzabili. E tutto, come sempre, a spese di noi contribuenti, e questa volta anche di noi risparmiatori se è vero che per queste ed altre operazioni si metterà mano addirittura ai fondi della Cassa depositi e prestiti.
Temerarietà che mai nessuno prima aveva osato tentare. Che poi sia contraddittorio puntare su tasse e risparmi, cioè proprio sulla ricchezza maturata con la proprietà privata, è talmente evidente che più che alla ragione è forse in questo caso opportuno richiamarsi alle passioni. Soprattutto quelle negative, o “fredde”, come l’invidia sociale, che a sinistra prolifera ampiamente. Ora, proprio per non smentirsi, il governo ha deciso di iniziare alla grande, su questo terreno, il 2021. Come ci ricorda in un suo tweet Anna Maria Bernini, in questi giorni “sono partite 50 milioni di cartelle esattoriali e nuovi avvisi e sono stati prorogati gli sfratti”.
Anche qui nulla da meravigliarsi: per l’ideologia al governo, i soldi per i bonus e i redditi di cittadinanza li devono pagare gli imprenditori, cioè chi produce ricchezza per gli altri oltre che per sé. E chi è proprietario di una casa, che si è fatta con i propri sacrifici, la deve mettere graziosamente a disposizione di chi, casomai, un lavoro non se lo è nemmeno mai cercato. La sinistra ci vuole tutti uguali, come sempre, e detesta il lavoro e la legittima proprietà che ne è il frutto. Tutti uguali, anche se poi, come nella fattoria orwelliana, ci sarà sempre qualche animale che sarà più uguale degli altri.
Corrado Ocone, 3 gennaio 2021