Ilaria Salis sa già come investire il suo primo stipendio da eurodeputata, qualora venisse eletta. Potrebbe risanare il debito che avrebbe contratto con l’Aler per l’okkupazione abusiva di un alloggio popolare. La storia, raccontata dal Giornale e da Libero, è decisamente curiosa e merita di essere raccontata.
L’insegnante precaria, ancora detenuta in Ungheria ai domiciliari, divenuta capolista per Alleanza Verdi Sinistra nel collegio Nord Ovest per le elezioni europee, porta nella sfera pubblica il peso di una storia personale densa di implicazioni politiche. E non parliamo solo delle quattro condanne rimediate nel suo passato da attivista, di cui si è già parlato.
Il percorso di Ilaria subisce una svolta critica l’11 febbraio 2023, giorno del suo arresto in Ungheria con l’accusa di aver attaccato alcuni estremisti di destra. Questo evento non solo segna la sua vita ma catalizza l’attenzione dei deputati Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che intravedono nella sua figura un’opportunità elettorale, puntando a superare il limite del 4% necessario per entrare a Bruxelles.
La biografia di Salis tuttavia si arricchisce di ulteriori sfaccettature osservando la sua situazione abitativa: secondo quanto risulta a Libero e IlGiornale, Salis avrebbe occupato senza titolo un immobile dell’Aler a Milano dal 24 novembre 2008, accumulando un debito che sfiora i 90.000 euro. Tale contesto, insieme alla sua vicinanza all’ambiente anarchico e ai centri sociali della città, contribuisce a disegnarne un profilo di attivista decisamente controversa.
Il Giornale scrive che un dossier dell’Aler narra di una giovane donna di nome Ilaria Salis, nata lo stesso giorno della candidata di Avs, il 17 giugno 1984, di lavoro “educatrice/studentessa universitaria”, la quale avrebbe occupato un alloggio popolare di proprietà dell’Aler dal 24 novembre 2008 in via Borsi 14, zona Navigli, a Milano. Si tratta di un appartamento sito al secondo piano di circa 49 metri quadri. Il conto rimasto aperto con Aler è appunto di 90mila euro di debiti, aggiornato fino a pochi giorni fa. Non è chiaro se lo occupasse da sola o in compagnia di altri. “Agli atti – scrive ilGiornale – c’è ad esempio un’identificazione della Salis in via Borsi il primo dicembre 2008. Il precedente domicilio risultava via Pichi 1, sempre all’interno del quartiere Aler. L’occupante abusiva dichiarava che «la polizia è già stata in loco» e di «non avere problemi di salute ma di essere in stato di gravidanza al secondo mese circa, non documentato»”. Gli ispettori dell’Aler avrebbero “accertato l’effrazione alla porta, la sostituzione del cilindro delle chiavi, i segni di una precedente lastratura. La polizia aveva già fatto un sopralluogo un paio di settimane prima e identificato «una donna italiana, personaggio appartenente ai centri sociali»”.
Agli uffici Aler risulta anche un’intrusione con effrazione in un’abitazione in via dei Cinquecento, in zona Corvetto.
“Non intendo replicare, ho già querelato i due giornali in questione per altre false notizie diffuse in precedenza sul mio conto”, ha detto Roberto Salis.
La decisione di concorrere per un seggio al Parlamento Europeo è profondamente influenzata dalle sue avventure personali. Ilaria si propone come portavoce delle “situazioni di ingiustizia” a livello europeo, mettendo al centro della sua agenda la lotta contro le discriminazioni e le politiche delle destre estreme. Le reazioni alla sua candidatura si dividono: c’è chi la considera una paladina della resistenza antifascista e chi, al contrario, pone l’accento sulle problematiche legali e politiche connesse alla sua figura, sollevando dubbi etici e pratici sulla sua presenza nel panorama politico attuale.
Domanda delle domande: ma Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, quelli che lanciarono Soumahoro salvo poi abbandonarlo, sapevano di questa casa popolare? E del debito?