La Fillea Cgil ha realizzato una stima: la direttiva europea porterà alla riqualificazione di oltre 500mila edifici pubblici e di 5 milioni di immobili privati, in particolare quelli con le prestazioni più scadenti.
Ognuno di questi edifici, in media, avrà una o più unità immobiliari. Quindi il conto degli appartamenti coinvolti potrebbe salire di molto, magari raddoppiando fino a 10 milioni di unità.
Il discorso riguarda ovviamente le case “usate”, dunque già esistenti, visto che per gli immobili di nuova costruzione la direttiva prevede che dal 2030 debbano essere realizzate garantendo un “impatto zero” sull’ambiente. Per quelli pubblici la scadenza è fissata al 2028.