Quella di oggi è una giornata che si preannuncia decisiva per le sorti della proposta di direttiva europea sull’efficientamento energetico degli edifici (la cosiddetta direttiva “case green”), essendo stata fissata per questa data una riunione molto particolare del negoziato fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue (il cosiddetto “trilogo”).
Si tratterà, infatti, di una riunione che inizierà in tarda serata e che sarà svolta in modalità “open ended”, ovvero senza limiti di tempo per le trattative, che potranno terminare solo al raggiungimento di un accordo tra le parti. Ci troviamo di fronte a un’accelerazione preoccupante e a una pericolosissima forzatura, resa ancora più grave dalla recentissima reintroduzione nel testo, con un vero e proprio blitz notturno, dell’articolo che prevede le sanzioni.
L’intento, evidente, è di cercare di chiudere in fretta la partita della direttiva per evitare il rischio che nuove maggioranze politiche possano, nella prossima legislatura europea, stravolgere l’impianto di questo come di altri provvedimenti compresi nel Green Deal.
La Confedilizia – che su questo provvedimento ha iniziato a lanciare l’allarme già due anni fa – ha rivolto al presidente del Consiglio un ultimo, accorato appello affinché, in coerenza con gli impegni assunti in Parlamento, il governo svolga fino all’ultimo momento disponibile ogni possibile azione per scongiurare l’approvazione di una normativa che per l’Italia sarebbe devastante.
Non possiamo credere che, anche dopo la netta contrarietà alla proposta pubblicamente espressa da ben tre ministri di un Paese importante come la Germania, e con le forti perplessità manifestate da diversi altri governi dell’Unione, non vi sia modo di impedire che un provvedimento intriso di ideologia e fanatismo – che, con il suo solo annuncio, ha già causato una svalutazione dei nostri immobili e quindi una perdita di ricchezza, e di fiducia, delle famiglie italiane – veda la luce.
Giorgio Spaziani Testa, 12 ottobre 2023