Dunque, siamo finiti dentro l’ennesimo inestricabile labirinto giudiziario: un magistrato di Milano, a quanto pare in polemica e in dissenso con il vertice della sua procura, ha per le mani un dossier scottante (forse pieno di cose vere, forse di cose false, forse di cose sia vere sia false: nessuno può saperlo preventivamente, com’è ovvio); non ne fa oggetto di un esposto formale al Csm ma lo consegna a un membro di quell’organo; poi, non si sa come, a quanto pare per il tramite di una ex collaboratrice di quel membro del Csm, le carte finiscono ad un paio di giornali; giornali che però, curiosamente, non pubblicano; e la palla – com’è, come non è – ritorna alle procure.
Tutti i disastri del Csm
Intanto, ben mimetizzati in articoli di stampa cauti e intricatissimi, si trovano anche riferimenti all’ipotesi che qualcuno abbia potuto parlare del caso al Quirinale, dove siede – se la Costituzione non è stata cambiata nottetempo – non un passante ma il Presidente del Csm. Circostanza che però un po’ tutti tendono a dimenticare, per una curiosa amnesia.
Inutile girarci intorno: che altro deve succedere affinché il Csm venga sciolto? E che altro deve succedere affinché sia adottato un diverso metodo di elezione, che elimini in radice il ruolo decisivo delle correnti della magistratura, fonte di una lottizzazione correntizia ormai sotto gli occhi di tutti, a maggior ragione dopo la denuncia/autodenuncia del magistrato Palamara?
Il sorteggio al Csm
C’è una sola strada da seguire, se non ci si vuole prendere in giro. Ed è la strada – in un programma tv, l’ha ammesso lo stesso Palamara – più temuta dalle correnti: si tratta di passare al sorteggio dei membri del Csm.
So bene che la Costituzione (articolo 104), compiendo un riferimento agli “eletti”, non consente un sorteggio integrale. Ma non vieta una soluzione intermedia, o “temperata”, come alcuni dicono. E cioè effettuare un sorteggio tra i tutti i magistrati che ne abbiano titolo, selezionarne un numero ristretto in modo casuale, e poi procedere all’elezione all’interno di questa rosa.
Immagino che gli esperti faranno mille obiezioni, magari anche motivate e argomentate. Ma esistono momenti in cui occorre una soluzione di continuità, in cui c’è la necessità di interrompere un certo corso delle cose, per aprire una pagina diversa.
Per troppo tempo (fece eccezione Francesco Cossiga) si è tollerata una progressiva torsione del Csm: pensato come “organo di autoamministrazione” dei magistrati, è diventato (magie del lessico burocratico italiano) “organo di autogoverno”, fino a trasformarsi in una sorta di “Terza Camera”, molto spesso quasi con la pretesa di contendere al Parlamento e al Governo le rispettive funzioni. E in ogni caso vanificando nei fatti il principio della separazione dei poteri.
Si proceda con la proposta del sorteggio. Già vedere chi si dichiarerà contrario ci farà capire molte cose.
Daniele Capezzone, 3 maggio 2021