Il 20 agosto 2018, il giorno della cerimonia funebre alla Fiera di Genova, pubblicai un Cameo (sotto, una sintesi). Allora credetti di aver esagerato nell’analisi. Due anni dopo, la realtà è stata molto peggio: una vergogna di Stato. “Il rifiuto ai funerali di Stato di più della metà delle famiglie, è stato un atto culturalmente rivoluzionario. Con quel rifiuto, tutte le persone perbene (la maggioranza assoluta del paese), è come se avessero urlato “Basta!”. Si augurava che non si verificasse il solito balletto delle responsabilità. Atlantia ha “comprato” dallo Stato un business basato su: “pedaggi versus manutenzione”. Il ponte è caduto, la fatalità è tassativamente esclusa (nessun corpo celeste sul Polcevera), resta la mancata manutenzione. Cioè resta Atlantia, in termini di responsabilità civile (il penale riguarda i singoli, teniamolo fuori).
Percorrere in auto un’autostrada a pedaggio e cadere in un fiume perché il ponte crolla al tuo passaggio è inammissibile. I ponti possono essere stati mal progettati, aver avuto una cattiva manutenzione, essere invecchiati precocemente, ma il gestore, se del caso li chiude, li ripara, li abbatte. Se non lo fa è colpevole. Punto. Atlantia di questo deve rispondere. Se poi il “controllore” (Ministero) non ha controllato pagherà anche lui. La responsabilità politica è chiara, è a carico dei partiti che hanno governato l’Italia dalla nascita alla morte del Morandi. Soprattutto quelli che hanno concepito quell’ignobile contratto di privatizzazione, una regalia nascosta in un allegato secretato (roba da Venezuela).
Dietro al Morandi vedo un pericolo: Mani Pulite. Avendola vissuta non vorrei si ritornasse al balletto di allora, dove l’establishment (coincidente con i Vertici delle grandi aziende corruttrici) prima cercò di farsi passare per concusso, poi trovò i soliti capro espiatori interni, offrendoli in sacrificio a magistrati pigri. Su Repubblica ha parlato il Ceo di Atlantia. Imbarazzante. Gli avrei fatto una sola domanda: “Il vostro core business è la manutenzione. Dateci il documento Politiche di manutenzione per ponti e strade”, i relativi budget divisi per manufatti, i consuntivi, come questi hanno impattato in tutti questi anni su conto economico e su stato patrimoniale di Atlantia. Capiremmo se i lauti dividendi di questi anni non siano altro che manutenzioni mancate. Ripeto parlo del “civile” non del “penale”, dell’azienda non delle persone. Il Governo Conte (era il gialloverde Conte 1, ndr) la smetta di fare dichiarazioni pubbliche roboanti, battute sull’etica, si focalizzi sui quattrini, sul maltolto che deve riportare nelle casse dello Stato. Atlantia deve pagare, e subito, fino all’ultimo euro.” Fine del virgolettato.
Questo scrivevo due anni fa, ma in realtà io sapevo come sarebbe finita. A schifio. Conosco troppo bene come costoro ragionano, come si muovono, i gomitoli di interessi che condividono con il Deep State. Sapevo che la priorità non sarebbe stata “giustizia per i 43 morti” ma “salvare il business e il patrimonio di Atlantia e dei suoi azionisti”. Fra questi c’è la tedesca Allianz, la cinese Belt and Road Initiative! e poi una delle grandi famiglie imprenditoriali italiane. Ovvia la scelta. Sapevo che il modello da applicare sarebbe stato quello classico di Mani Pulite: 1. Silenziare. 2. Buttarla sul penale (con la tiritera della fiducia verso la magistratura che fra qualche lustro condannerà un paio di funzionari). 3. Nel frattempo, Atlantia, Deep State, governo, partiti di maggioranza e di opposizione, Parlamento, confezionano il “pacchetto”. È congegnato in modo che qualsiasi mossa per colpire il colpevole sia preclusa. O perché diventata nel frattempo impraticabile (si affretta a ricordarlo l’Avvocatura di Stato), o perché interverrebbero Strasburgo e la Ue, o perché i Sindacati si oppongono, o perché bisogna proteggere i piccoli azionisti, o perché .. I Media di regime intanto si buttano sul “pacchetto” comunicazionale.