I giornali italiani ci hanno sempre abituato ad analizzare nel dettaglio le parole ed i gesti del Presidente della Repubblica. Poco ci mancava che talvolta si parlasse anche del colore del fazzoletto con cui Mattarella si era soffiato il naso o le parole con cui salutava delle bambine che incontrava. Non fanno però notizia le parole del capo dello Stato dette ieri in occasione della cerimonia per il centenario della nascita di Don Milani. Tra l’altro, quando ero ragazzo ero molto interessato alla cultura libertaria di sinistra che faceva riferimento a Don Milani, anche perché il mio professore del liceo Pietro Antoni mi faceva ogni volta una testa così.
Il punto vero è quanto detto da Mattarella che, prendendo spunto da Don Milani, lancia un monito che non mi spiego perché interessi così poco ai giornali: “Mai far tacere i libri e le presentazioni“. È evidente che queste parole alludano a quanto successo al ministro Roccella al Salone del libro di Torino non troppi giorni fa. Nonostante ciò, solamente Libero, con un pezzo di Fausto Carioti, coglie il calcio nel sedere dato a tutti quelli che, come Saviano, Schlein e Orfini, non hanno condannato quanto avvenuto, ma hanno accusato il governo di non saper gestire il dissenso. Addirittura si era arrivati a dire che la sola presenza del ministro Roccella a Torino fosse stata una provocazione.
È bizzarro che debba essere il Presidente della Repubblica a precisare che le presentazioni dei libri non non si possono impedire. Ad ogni modo, ben venga questa grandissima strigliata rivolta non solo verso chi ha zittito il ministro, ma anche a quelli che li hanno giustificati. Chissà come mai Repubblica riservi a questa notizia solamente il titolo basso a pagina 5 ed il Corriere della Sera non faccia di meglio.
Nicola Porro, 28 Maggio 2023