Caso Sinner, la giustizia dovrebbe sempre funzionare così

La vicenda del tennista sul controllo antidoping insegna: è stata accertata la verità evitando la gogna preventiva

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Jannik SInner doping

Della vicenda Jannik Sinner, c’è una cosa che mi ha colpito e che mi ha fatto riflettere. Il fatto risale a molti mesi fa. Sinner dopo un controllo antidoping risulta positivo a una sostanza proibita.

Inizia il procedimento per accertare la verità. Il tutto avviene nel silenzio più assoluto. I media non sanno nulla. Solo dopo la sentenza e l’accertamento dei fatti, la notizia diventa pubblica. Sinner non si è dopato. Il suo massaggiatore aveva un taglio e per curarsi ha usato una pomata vietata per gli sportivi. Il tennista dunque ha subito solo una contaminazione involontaria.

Ora pensate a cosa sarebbe accaduto se la notizia della positività fosse stata resa pubblica subito in assenza di giudizio. Quanti danni avrebbe potuto creare questa cosa? Tanti, tantissimi. Gli stessi che ogni volta giustizia e giornalismo italiano hanno causato nei confronti di tanti indagati risultati poi innocenti, finiti in carcere e sui giornali con titoli che decretavano già la loro colpevolezza all’inizio dell’indagine.

Claudio Rinaldi, 22 agosto 2024

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