Come ricordato da Giuseppe Cruciani dagli studi di Radio24: “Ogni giorno ne escono di cotte e crude”. Ebbene, sulla vicenda Soumahoro, ci sono ancora nuove novità. La prefettura di Latina, infatti, “ha predisposto l’annullamento” dell’affidamento dei “Centri di accoglienza straordinaria (Cas) alla Aid e alla Karibu”, il consorzio e la cooperativa della suocera del deputato autosospeso di Verdi-Sinistra Italiana. Fino ad ora, sarebbero 13 “i centri sul territorio cessati e riaffidati dall’ufficio territoriale del governo”, come affermato dal sindacato Uiltucs.
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Un’altra tegola, a cui fanno fronte le precedenti accuse di malversazione, false fatturazioni e truffa aggravata. Oltre alla già presente liquidazione coatta per indebitamento (per Karibu) e lo scioglimento per “irregolarità non sanabili”, annunciato due giorni fa dal ministro delle Imprese Adolfo Urso (per la Aid).
Si badi bene, però: il parlamentare con gli stivali rimane totalmente estraneo alla vicenda giudiziaria insieme alla moglie, nonostante quest’ultima abbia ricoperto la posizione di consigliere all’interno delle cooperative gestite dalla suocera. Una situazione, però, che incide pesantemente sotto il profilo politico, per quella che era diventata la nuova star della sinistra, del cosmopolitismo, dell’immigrazione regolare. Soumahoro ha ammesso di aver commesso “una leggerezza” dagli studi televisivi di Piazzapulita, ma i suoi compagni di partito sembrano averlo già scaricato. Fino ad arrivare ai casi eclatanti di Zoro, la Luiss e Marco Damilano, da sempre paladini del deputato con gli stivali e che oggi cercano di dissociarsi dalla sua conoscenza.
Ma la vicenda non finisce qui. Nelle ultime ore, si sono aggiunte le pesanti accuse anche delle opposizioni locali. Il capogruppo della Lega in Regione Lazio, Angelo Tripodi, ha ricostruito un collegamento tra il mondo delle coop della famiglia di Soumahoro e il cosiddetto “Modello Riace” di Mimmo Lucano, tra i primi a schierarsi senza riserve dalla parte del deputato della Costa d’Avorio.
Dall’altro lato, prosegue l’inchiesta de La Repubblica, secondo cui il presidente della Coop Promidea, Carmine Federico, “indagato dalla Corte dei Conti della Calabria insieme a Lucano, è stato impegnato anche nel Consorzio Aid” che “ha avuto sede legale dal 2009 al 2014 a Rende (Cosenza), allo stesso indirizzo della Promidea. Il 31 dicembre 2009, quando il Consorzio ha approvato il bilancio, su quel documento c’è la firma di Mukamitsindo, suocera di Soumahoro, e dello stesso Federico, nella veste di segretario”.