Le conclusioni di questo mio riassunto le ha scritte Marcello Pellizzari sull’impeccabile Corriere del Ticino: “Giusto sdegnarsi al saluto militare ma prima di chiedere a Uefa sanzioni per i calciatori sarebbe bene indagare sui legami fra il Governo europeo del calcio, i Governi delle democrazie occidentali e la Turchia di Erdogan. Troverebbero un cortocircuito generato da sponsorizzazioni monstre, spesso tramite la compagnia aerea di bandiera, politiche migratorie e grandi manifestazioni sportive. Alla fine viene fuori che i primi a infischiarsene dei diritti umani siamo proprio noi. E che Erdogan è solo l’ennesimo dittatore a cui vendere, fra le altre cose, le partite di pallone”. Altro non sono che la versione civile delle armi da guerra.
Questo modello europeo è marketing in purezza, non ha un’anima, non ha un retroterra culturale, non ha dignità, ci ha fatto diventare, in un quarto di secolo, un gigantesco discount che vende e compra, con totale frenesia, ogni tipo di oggetto-servizio. Ormai, qualsiasi nostro atto deve essere letto secondo il protocollo base del Ceo capitalism: follow the money e scopriremo le losche logiche che lo guidano. Che tristezza.
Riccardo Ruggeri, 20 ottobre 2019