Continua ad accendersi la polemica intorno al caso del generale Roberto Vannacci, avvicendato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, tre giorni fa in merito alla bufera scatenatasi intorno al suo libro Il mondo al contrario. In queste ore, come ben sapete, il militare è stato bersagliato di attacchi sia da destra che (soprattutto) a sinistra, causa le frasi da molti definite sessiste e omofobe presenti all’interno del libro pubblicato.
Se il gen. #Vannacci avesse scritto un libro sostenendo tesi opposte a quelle che sostiene in questi, io mi sarei comportato esattamente allo stesso modo, da Ministro. Chi mi attacca, da una parte o dall’altra, si sarebbe comportato all’opposto. Si, siamo diversi, e molto.
— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) August 20, 2023
Crosetto vs Vannacci
Il punto fondamentale, da cui molto sfuggono, non è però tanto il contenuto del testo (da cui si può assolutamente dissentire), ma il rischio di una mordacchia alla libertà di espressione. E sul caso, dopo l’intervento di numerosi esponenti del governo e della destra, pare che Guido Crosetto sia stato messo letteralmente all’angolo. Tra i primi è stato Giovanni Donzelli, che in una intervista rilasciata al Corriere in sostegno alla libertà di espressione del generale, ha sì attaccato l’opposizione – “Cosa vuole il Pd? Il gulag? In un mondo libero si scrive ciò che si pensa” – ma senza mai prendere una posizione a tutela di Crosetto, da ore ormai bersagliato anche da molti elettori della colazione di centrodestra.
Per approfondire:
- “Compro il suo libro”. Salvini si schiera col generale Vannacci
- Vannacci umiliato dalla dittatura delle minoranze. Questo è regime
- “Faccio il soldato, per ora…”. Vannacci sgancia la bomba: “Non sono stato rimosso”
In queste ore, è arrivato il commento di Matteo Salvini, il quale ha affermato chiaramente che “il Generale Vannacci deve essere giudicato per quello che fa in servizio”, rifiutando l’idea di un “Grande Fratello che dice questo lo puoi leggere e questo no”. La parola è poi passata all’ex ministra Elisabetta Trenta, che dopo aver auspicato la necessità del rispetto dei diritti delle minoranze, ha lanciato una frecciata a Crosetto: “Sono stata ministro della Difesa e conosco i meccanismi dell’Esercito. Avessi dovuto decidere io, sicuramente non avrei rimosso Vannacci. La libertà di pensiero deve valere per tutti, sia per coloro che sono favorevoli alle coppie gay e all’adozione sia per coloro che hanno una idea della famiglia con papà mamma e figli”.
L’attacco di Sgarbi
Insomma, il caso sta facendo esplodere anche le stanze dei bottoni del centrodestra. Ed è pure Vittorio Sgarbi a scavalcare la linea. Prima il critico d’arte ha parlato di Vannacci “umiliato dalla dittatura della minoranza: questo non è un regime, qui è legittimo esprimere idee”. Poi si è rivolto allo stesso ministro della Difesa: “Crosetto sa meglio di me che quelle misure non possono venire da un ministro ma da una gerarchia militare cui il generale risponde”. E ancora: “Il libro rispecchia le posizioni di molti elettori del centrodestra e, soprattutto, cosa che si è sottovalutata, quella della Chiesa”.
A difesa della libertà di espressione, come già riportato sulle colonne di questo sito, si è schierato anche viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami. Scriveva il deputato bolognese: “Ma la libertà di espressione e di pensiero vale solo se sei iscritto al Pd? Chi ha dato alla sinistra il diritto di rilasciare patenti morali su ciò che un cittadino può scrive o meno in un libro?”. Benché Bignami assicuri che non ci sia “alcuna spaccatura” nel governo, inutile negare che le visioni siano un tantino difformi.