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Caso Willy: meglio i Griffin che la Ferragni

La logica del nemico. Sì, quella su cui specialmente a noi ragazzi fanno una testa così in tutte le salse, dalla scuola ai giornali, dalle Tv ai cinema, insistendo sul fatto che la ricerca a tutti i costi di un nemico, di un capro espiatorio fu alla base dell’avvento delle grandi dittature europee del secolo scorso, fascismo e nazismo, e anche sul pericolo di come questa tecnica possa essere replicata per dei nuovi “fascismi di ritorno”.

La reductio ad hitlerum della sinistra

Basti pensare all’immigrazione, ovviamente, oppure all’Unione europea, all’ideale di una “società aperta”, tollerante, multietnica, tutti dei simulacri che, secondo la vulgata progressista e politicamente corretta, vanno adorati quasi acriticamente, e anzi se c’è qualcosa che in essi non va allora la soluzione è sempre “più”, più Europa, più immigrazione, più apertura verso gli altri; chiunque osi contraddire questi dogmi, per l’appunto, ricorre alla logica del nemico per accaparrarsi più consensi e proporre al popolo una “soluzione facile”, demagogica. Qualche pensatore controcorrente definisce questo metodo della sinistra reductio ad hitlerum, una delegittimazione a priori dell’avversario attraverso la sua comparazione a Hitler e/o Mussolini: insomma, per tentare di scongiurare l’utilizzo da parte dell’avversario della logica del nemico, essi sono i primi a utilizzarla contro di esso, attraverso una vera e propria tecnica di manipolazione dell’opinione pubblica; ed è curioso come a cascarci siano spessissimo gli “istruiti”, quelli dei salotti buoni, i radical chic, piuttosto che la gente del popolo, perché per conoscere i veri problemi della società più che studiarli bisognerebbe venirci a contatto…

Strumentalizzazione politica

Ma non solo: la cosa che a me personalmente dà più fastidio è che non solo essi in questo modo arrivano a legittimare, ovviamente, la violenza verso gli avversari politici (basta pensare alla nera che ha aggredito Salvini, su cui preferisco non avventurarmi; leggetevi solo la frase del regista Gabriele Muccino che si commenta da sola…), ma che soprattutto, grazie all’”egemonia culturale” di cui godono dalla notte dei tempi, si auto-arrogano il diritto di strumentalizzare politicamente in modo evidente fatti che con la politica non c’entrano palesemente nulla, come l’omicidio del povero Willy in quel di Colleferro, il tutto ovviamente per attaccare un nemico, anzi in questo caso “il nemico”, rappresentato da Salvini e Meloni. Sì, proprio la strumentalizzazione che a loro dire sarebbe vitale per il programma della destra, sempre nell’ottica della ricerca del nemico.

Infatti, dopo qualche giorno di calma iniziale e di rispettosa preghiera data la tragedia accaduta, evidentemente a sinistra hanno fiutato l’aria, viste anche le proteste mondiali a tutti note, e colto la palla al balzo: “Un gruppo di “uomini” bianchi aggredisce e uccide un nero? Ma ovvio, perché non ci avevamo pensato prima, è subito allarme razzismo e fascismo!!!”, questo il pensiero delle Chiara Ferragni prima, e dei politici del Pd in seguito.

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