Cassette sicurezza, un errore che può essere fatale

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Matteo Salvini, sarà pure per stanchezza e per l’ora tarda (a fine giornata, in genere, è sempre meglio tacere), ha fatto un errore mortale, che sono certo pagherà in termini elettorali. Agli italiani mai parlare di cassette di sicurezze. Come ovvio, mi riferisco a quelle dei poveracci, cioè quelle dove ci sono catenine e contanti risparmiati, non quelle dei ricchi dove ci sono gioielli, rolex e carteggi su segreti inconfessabili. Quantomeno ha offerto ai suoi avversari politici, in pratica tutti gli italiani che hanno “visibilità comunicazionale”, vescovi, magistrati, sindacalisti, attori, calciatori compresi, uno straordinario strumento di polemica politica.

I risparmi degli italiani poveri (ripeto, poveri, la maggioranza silenziosa del paese, alcune decine di milioni di cittadini), sono quattrini non sottratti al fisco, e sono o investiti in Bot o depositati sul conto corrente in Banca, o nelle cassette di sicurezza, o sotto i materassi. A conferma, ricordo che il 50,9% degli italiani non ha un reddito tassabile, quindi è autorizzato dallo Stato a non pagare le tasse, i barboni in primis. Eppure questi sono, proporzionalmente, i più grandi risparmiatori su piazza. Una colossale bufala che nelle cassette di sicurezza ci sia denaro sporco, quello veramente “sporco”, così come quello apparentemente “pulito” sono entrambi riconducibili ai grandi criminali e ai grandi ricchi (a volte coincidono) si trovano altrove, in luoghi protetti. Una notazione a margine, quando sento Jean-Claude Juncker e i suoi ridicoli commissari-scherani parlare di economia e di sommerso non riesco a trattenermi dallo scompisciarmi dal ridere.

Lo posso confermare personalmente, nel periodo della mia vita in cui sono stato un povero vero, con mia mamma (vedova) siamo stati, proporzionalmente, dei risparmiatori straordinari. Ci attenevamo agli insegnamenti di Luigi Einaudi secondo il quale prima di investire occorre risparmiare (“senza la lepre non si può fare il pasticcio di lepre”). Ma i risparmi li abbiamo sempre nascosti sotto il materasso. I poveri, e i vecchi, soggetti senza “visibilità comunicazionale”, sanno, animalescamente, di vivere in una società non configurata per loro, guidata da persone senza umanità (che sia vero o falso poco importa, questa è la loro percezione) per cui la “cultura del cash” fa parte della loro cassetta degli attrezzi per sopravvivere. Chi non comprende questo, sarà pure un “competente”, un accademico di chiara fama, ma non ha capito la vita.

A caldo, ho scritto un tweet “Salvini deve staccare e riposarsi. Mai parlare di cassette di sicurezza, luoghi deputati dai poveri per proteggere i propri quattrini. I ricchi hanno le Banche, le Borse, i Fondi, i poveri i materassi. Ognuno difende i propri nascondigli”.

Riccardo Ruggeri, 13 giugno 2019

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