In ogni caso, se la riforma del catasto che si immagina è quella che invocano la Commissione europea e l’Ocse, il bagno di sangue è assicurato. Questi organismi spiegano chiaramente che il loro suggerimento ha lo scopo di consentire la riduzione della tassazione sul lavoro. Ergo, si sostanzierebbe in un aumento di quella sugli immobili. E ciò è davvero inaccettabile. Non solo, infatti, a partire dal 2012 gli immobili sono gravati da una patrimoniale (l’Imu) di 12/13 miliardi di euro più gravosa, ogni anno, rispetto a quella precedente (l’Ici), ma in questo decennio il loro valore si è progressivamente ridotto, di fatto comportando un ulteriore aumento dell’imposizione.
La priorità, allora, non è una non meglio precisata riforma del catasto, bensì una decisa riduzione della tassazione sugli immobili.
Giorgio Spaziani Testa, 20 settembre 2021