Arrivano importanti aggiornamenti sul dossier treni, tra gli argomenti politici più dibattuti delle ultime settimane. Complici alcuni disagi e disservizi, la sinistra ha colto la palla al balzo per attaccare frontalmente Matteo Salvini, ma attenzione agli sviluppi delle indagini. Dopo l’esposto del gruppo Fs di mercoledì, in cui sono state ipotizzate azioni di boicottaggio, oggi Digos della Questura di Padova ha avviato approfondimenti investigativi in ordine all’episodio verificatosi presso la stazione di Montagnana (Padova) giovedì 16 gennaio quando, nella prima mattinata poco dopo le 7, veniva avvistata dal manutentore tecnico di Rfi la presenza di un cavo di sicurezza per la chiusura delle biciclette /ntlrivestito in gomma, posizionato sulla fune elettrica della linea aerea del II binario della stazione all’altezza del fabbricato viaggiatori.
Secondo quanto sostenuto dagli investigatori, la presenza del cavo di chiusura della bici sulla linea elettrica, se non rimosso, “avrebbe potuto danneggiare il pantografo del treno con conseguenti danni per l’alimentazione della linea aerea oltre che arrecare pericolo per la circolazione dei treni, come evidenziato nell’esposto denuncia formalizzato dai responsabili di Rfi”. La Digos della Questura di Padova ha dunque trasmesso la segnalazione alla Procura della Repubblica di Rovigo in ordine all’ipotesi di reato “attentati alla sicurezza dei trasporti” ai sensi dell’articolo 432 c.p. che prevede la reclusione fino a 5 anni.
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Immediata la presa di posizione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. “La denuncia formalizzata da Fs dopo la segnalazione, in Veneto, di un oggetto che avrebbe potuto causare danni significativi al pantografo e alla linea elettrica dei treni è estremamente preoccupante” si legge in una nota. Il dicastero ha rimarcato che l’ipotesi di attentato ai trasporti è un fatto che non può e non deve essere sottovalutato: “Siamo di fronte a un ulteriore elemento dopo l’esposto di pochi giorni fa. L’auspicio è che sia fatta chiarezza in tempi rapidissimi”.
Il ministro Matteo Salvini segue la vicenda con la massima attenzione e non potrebbe essere altrimenti: il leader leghista da giorni è usato dalle opposizioni come capro espiatorio per i numerosi guasti ai treni. E il Carroccio fa quadrato. Così i capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo: “Se venisse confermato che la catena è stata messa lì per sabotare il transito dei treni sarebbe gravissimo. Chi c’è dietro questi atti? Cosa dice oggi la sinistra? Questi gesti folli rischiano di mettere a rischio la vita di centinaia di persone. Se c’è qualcuno che gioca sporco sulla pelle di lavoratori e pendolari solo per mettere in difficoltà il ministro Salvini dovrà rispondere delle proprie azioni. Vogliamo che la verità esca in maniera limpida e cristallina e che si vada fino in fondo con autori e mandanti di questa vergogna”.
Va fatta chiarezza il prima possibile sul dossier treni, perché l’ombra del sabotaggio è sempre più consistente, palpabile. Come evidenziato dal Giornale, non è escluso che si possa procedere non solo per il reato di danneggiamento, interruzione di pubblico di servizio ma anche per terrorismo, così come avvenuto già in passato in alcuni processi a carico di attivisti No Tav. Il ritrovamento in Veneto è una possibile prova, anche se saranno le indagini a fornirci tutte le risposte del caso. Sicuramente si tratta di un ritrovamento che dà forza a dubbi e sospetti di Fs e che potrebbe aprire a scenari a dir poco inquietanti.
Franco Lodige, 18 gennaio 2025
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