Preso. L’orso Jj4, colpevole di aver ucciso il runner trentino Andrea Papi, è stato catturato nei boschi nei pressi del torrente Meledrio, laterale della Val di Sole in Trentino. Era a pochi chilometri dal luogo dell’aggressione, lì dove il 26enne ha perso la vita colpito dalla violenza dell’animale. “Era una notizia che avremmo voluto dare nel 2020, quando chiedemmo di catturare ‘Jj4’ ma non lo potevamo fare – ha detto il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti -. Oggi c’è soddisfazione ma amarezza e tristezza per quanto accaduto nel frattempo”
Jj4 era in “fuga”, se così vogliamo dire, da qualche giorno. La nevicata di questi giorni e i cuccioli al seguito potrebbero aver rallentato i movimenti dell’orsa che ha lasciato grandi orme sulla neve e ha permesso alle squadre della forestale di catturarlo. Per lei erano stati predisposti due grossi tubi, pieni di cibo, in modo da attirarla in trappola e rinchiuderla. L’ordinanza del presidente della Provincia in Trentino Alto Adige ne aveva ordinato l’abbattimento, ma il Tar – a cui hanno fatto ricorso le associazioni animaliste Lav e Lac – ha sospeso l’esecuzione almeno fino all’udienza dell’11 maggio. E adesso?
Adesso si aspetta che i giudici decidano il da farsi. Intanto Jj4 dovrebbe essere portata in una zona recintata a Casteller, sopra Trento. Fugatti è convinto che alla fine l’abbattimento ci sarà, così come per gli altri due orsi considerati pericolosi. Secondo l’Ispra, l’ente nazionale a tutela delle specie a rischio estinzione, l’ordinanza per l’intervento di rimozione dell’orso è “coerente con le indicazioni del Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali”. Insomma: una volta che l’animale viene ritenuto “problematico” a causa di “una ripetizione di comportamenti potenzialmente pericolosi”, può essere eliminato.
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Al netto delle associazioni animaliste, anche cittadini e sindaci chiedono che jj4 venga soppressa. I primi cittadini delle valli attorno alle Dolomiti di Brenta hanno minacciato in caso contrario dimissioni in massa. I residenti hanno paura, visto che gli avvistamenti degli orsi negli ultimi mesi si sono intensificati in maniera preoccupante: il progetto Life Ursus ha sì ripopolato la zona, ma adesso sono troppi per la conformazione territoriale del Trentino. In una lettera molto bella (leggi qui), un abitante delle montagne trentine ci aveva spiegato per filo e per segno per quale motivo chi vive vicino agli orsi, e non nelle comode città, vuole una drastica riduzione della presenza di questi grandi carnivori così pericolosi. Il ragionamento è semplice: non bisogna sterminare tutta la popolazione, ma gestirli. E gestirli significa anche prendere provvedimenti drastici contro chi aggredisce l’uomo, come Jj4: non si può certo costruire un carcere per gli orsi. “Abbiamo consegnato la documentazione che il Tar ci ha richiesto – dice Fugatti – e se il Tar concederà quanto abbiamo scritto, procederemo con l’ordinanza di abbattimento“.
L’alternativa potrebbe essere quella di trasferirla altrove (un’altra regione o un Paese straniero) oppure rinchiuderla in una riserva, sempre che esista una possibilità del genere e soprattutto che non sia a carico della Provincia di Trento o dello Stato. La richiesta al Tar della Provincia di anticipare l’udienza al 20 aprile è stata rigettata: intanto il Tribunale Amministrativo attende dall’Ispra un parere sul trasferimento dell’orso che la Lav vorrebbe portare in un “rifugio-santuario individuato all’estero dall’associazione”.
Intanto la Forestale continua la sua caccia: la Provincia intende catturare Mj5, che a marzo ha attaccato un uomo (c’è già parere favorevole all’abbattimento), e M64 che ha preso di mira gli animali domestici. Le tabelle dell’Ispra, in fondo, non lasciano dubbi: l’animale che attacca l’uomo può essere abbattuto. Il presidente Fugatti invece è al lavoro per cercare, in concerto col ministro Pichetto Fratin, di spostare altrove i 70 orsi considerati “in eccesso”. “Per chi vuole ospitare esemplari come la Lav – conclude Fugatti – attendiamo proposte”.
Franco Lodige, 18 aprile 2023