Benvenuti nella “nuova normalità”. Ieri, a Roma, erano tutti felici. Tornava l’appuntamento consueto con gli Internazionali di tennis, ma soprattutto, tornava il pubblico nell’arena, dopo lunghissimi mesi di stadi deserti e silenzi surreali sugli spalti. Ma a rovinare la serata, ci ha pensato l’oscenità del coprifuoco, che sul Tempo di oggi, persino un illustre scienziato come Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, conferma non avere alcuna base scientifica (“gli italiani devono tornare a vivere”, ha detto il luminare).
Ebbene: il match tra Lorenzo Sonego e Dominic Thien, poi vinto dal torinese, è cominciato con il pubblico ed è finito senza. Già, perché la sfida si è protratta per oltre tre ore e, nel frattempo, la lancetta dell’orologio si è avvicinata alle fatidiche 22. Roba che nemmeno Cenerentola. Così, a un certo punto, lo speaker ha dovuto chiedere ai tifosi di abbandonare lo stadio. Un’assurdità, una follia: siamo ancora prigionieri di una regola ingiusta, vessatoria e inutile, soltanto perché un pezzo di maggioranza e, in particolare, il ministro Roberto Speranza, devono piantare una bandierina per non darla vinta al centrodestra sulle riaperture.