Lo abbiamo detto e l’abbiamo ripetuto: una rondine non fa primavera, quindi un cartello non trasforma d’imperio tutti i partecipanti al corteo di oggi a Milano in una massa di fan della jihad. Però ormai gli indizi sono tanti e fanno almeno una prova: nel variopinto mondo della sinistra, dei pacifisti, dei ragazzi di seconda generazione che hanno animato i cortei anti-Israele sono tanti, troppi, quelli che inneggiano agli assassini.
Un gruppo di tre persone italiane è stato pizzicato al corteo meneghino, partito da Porta Venezia, con in mano un cartello decisamente esplicito: “Con Hamas, le brigate Ezzedin al-Qassam e il popolo palestinese”. Sotto, una firma: “Partito Marxista-Leninista italiano”. Ai cronisti dell’Adnkronos hanno spiegato che “Hamas rappresenta l’unica vera resistenza per la Palestina e anti-imperialista. Ecco perché siamo con loro”. Parole indegne, senza ombra di dubbio, cui hanno fatto seguito altri cori orripilanti: “Hamas è resistenza, non sono terroristi”, ha urlato qualcuno. E poi ancora “Israele fascista, Stato terrorista“. Nel corteo c’è “posto per tutti”, dice Repubblica. E si vede. Insieme a chi chiede la liberazione degli ostaggi a Gaza, anche chi inneggia al terrore. In testa un gruppo di giovani palestinesi con un cartello con scritto “di generazione in generazione fino alla liberazione””. Balza all’occhio la contraddizione tra chi scrive “restiamo umani” e chi loda le azioni jihadiste di Hamas.
Le manifestazioni contrapposte di Milano: tra gli antagonisti spunta un cartello per Hamas. Salvini accusa: “Ecco i veri fascisti” https://t.co/xtn4N6U6YP
— informazione interno (@infoitinterno) November 4, 2023
Questa storia di Hamas movimento di resistenza sta prendendo sempre più piede. E più ci si allontana dal 7 ottobre più l’eco dei massacri si dissolve, alimentando il coraggio di chi ha sempre fatto il tifo per Hamas ma nei primi giorni, col sangue degli israeliani ancora fresco, se ne restava silente. Ora non più. Basti ricordare le frasi choc di Luigi De Magistris a Quarta Repubblica (“Israele più terrorista di Hamas”) o quelle delle manifestazioni delle scorse settimane. Lo dicono a gran voce: non è tanto la libertà del popolo palestinese che interessa loro, anche perché altrimenti metterebbero alla berlina 16 anni di governo della Striscia di Gaza, ma parteggiano per i “resistenti”. Cioè i terroristi. Quelli che il 7 ottobre, forse se lo sono dimenticato, sono entrati nei Kibbutz all’alba uccidendo, razziando, dando alle fiamme interi kibbutz. Se non ci credete, guardate qui.
Franco Lodige, 4 novembre 2023
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