Sesto giorno in terapia intensiva per Silvio Berlusconi. Le condizioni del leader di Forza Italia, ricoverato al San Raffaele per una infezione polmonare che si è innestata su una condizione di leucemia cronica, sono in lieve miglioramento. Dopo il primo bollettino di qualche giorno fa, e le parole di Alberto Zangrillo fuori dall’ospedale, oggi è stato trasmesso un nuovo comunicato ufficiale sulle condizioni di salute del Cav.
Il bollettino medico
“Nelle ultime 48 ore – si legge nel comunicato – si è assistito a un progressivo e costante miglioramento delle funzionalità d’organo monitorate. Le terapie citoriduttiva, antimicrobica e antinfiammatoria stanno producendo i risultati attesi, consentendoci di esprimere un cauto ottimismo. Il presidente Silvio Berlusconi resta ricoverato in ambito intensivo”. L’aggiornamento è firmato da Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri.
Cosa ha il cav
Nel precedente bollettino medico, i due professori avevano spiegato nel dettaglio le condizioni del Cav. “Il Presidente Silvio Berlusconi è attualmente ricoverato in terapia intensiva per la cura di un’infezione polmonare. L’evento infettivo si inquadra nel contesto di una condizione ematologica cronica di cui Egli è portatore da tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta. La strategia terapeutica in atto prevede la cura dell’infezione polmonare, un trattamento specialistico citoriduttivo mirato a limitare gli effetti negativi dell’iperleucocitosi patologica e il ripristino delle condizioni cliniche preesistenti”.
L’ira di Zangrillo
Nel pomeriggio si era poi diffusa la notizia secondo cui Silvio Berlusconi si sarebbe alzato dal letto e avrebbe iniziato alcuni esercizi respiratori. Una notizia che ha mandato su tutte le furie Zangrillo. “Noi siamo persone serie – ha detto – Tutto ha un limite. Bisogna attenersi al comunicato firmato da me e Ciceri, per cui se su qualche testata anche di grande richiamo escono notizie che non rispondo al vero sono quelle che in gergo si chiamano fake che io preferisco chiamare minchiate”. Uscendo dal San Raffaele, il primario non ha trattenuto l’ira: “Bisogna avere molto rispetto, non solo del paziente ma anche del nostro lavoro – ha sbottato – Sono stanco. Se un paziente è in terapia intensiva cardiochirurgia vuol dire che non può alzarsi e camminare”.
Articolo in aggiornamento