Gad Lerner, il lottacontinua col Rolex, ama il potere. Se c’è uno yacht, lui non può mancare, di preferenza di capitalisti extra-large: gli ex Lotta Continua, che ex non sono mai, son questa roba qua, abbarbicati al soldo, al lusso, ai riflessi del potere, per cui sono costretti a rifarsi la verginità alla coscienza ogni tanto per quanto con gesti avvilenti in gente di 70 anni, l’ultima, per ora, è il boicottaggio di una cerimonia nel Biellese, a Salussola, dove si ricorda l’eccidio del 7 marzo 1945 e perché? Perché doveva partecipare anche un fascista, uno che non aveva mai rinnegato il fascismo, nella persona del senatore meloniano Mario Mantovani.
Eh, no: Lerner con questi non vuol dividerci neanche l’aria. Decide lui, insomma. Il tratto da fascistelli di LC rimane intatto, come l’attrazione fatale per il soldo e quel che di disinvoltura morale che li porta a prestarsi nei giornali dei padroni, si chiamino Agnelli, De Benedetti o chi comunque sgancia. Non c’è molto altro da dire per uno che porta in giro una rottura di palle teatrale su Gramsci, pensa un po’ l’attualità, la modernità, fascio e Gramsci dopo 100 anni, la versione non edulcorata del prigioniero tenero che dal carcere mandava quaderni ma quella del fanatico che voleva far “marmellata di cimici” dei borghesi e seguiva il leninismo padronale.
Lerner attualmente nobilita Il Fatto Quotidiano, quel foglio in caduta libera che ricorda appunto Lotta Continua di 50 anni fa, se penso che Travaglio mi scassava sempre i coglioni con il giornale montanelliano che s’aveva da fare. Ma forse sono rimasto indietro io, questi vanno dove li porta il soldo, follow the money, capace che nel frattempo ha già cambiato committente un’altra volta, questi in fondo sono macchiette coi loro Rolex, le loro provocazioni, il compiacimento verso l’ottantenne Sofri responsabile dell’accoppamento del commissario Calabresi, i messaggi che qualcuno vorrebbe decodificare, ma guardate che non c’è niente da scoprire, sotto il Rolex niente, le sparate da umanamente razzista, lui nello stesso posto con uno di Fratelli d’Italia non ci sta, lui solo migranti, meglio se ben chiusi nei ghetti. Non è che conti granché.
Più grave il caso dell’ANPI, questa fucina di ayatollah rossi che ogni 25 aprile discriminano, è un eufemismo, la brigata ebraica: intolleranti, fanatici, titini, sprezzanti delle foibe, neostalinani, filosovietici, filopalestinesi radicali, e vagamente ridicoli: anche loro, per il tramite di un responsabile locale Chiorino, hanno posto l’ultimatum: se c’è il fascista noi non ci saremo. Eh, avrebbero gradito Cospito o Cesare Battisti, questo lo capiamo. Il grave non è l’ANPI in sé, questa setta piddina col pretesto dell’ur partigianato, il guaio è che questo centro sociale diffuso per sezioni in tutta Italia ogni anno si becca un centomila dal ministero della Difesa, il che ha del grottesco, più finanziamenti dalle istituzioni locali, come i Comuni, più elemosine varie da associazioni ed enti privati e per cosa? Per le pastasciutte antifasciste e per fomentare l’odio da volante rossa.
Hanno rotto i coglioni, non si capisce come possa uno stato sovvenzionare ancora ‘sta roba, inutile, patetica e perniciosa con le tasse, cioè a canone dei cittadini. Si autofinanziassero, se sono capaci, e aria. Oppure potrebbero espropriare uno o più orologi al compagno Lerner, o spremere un po’ il balbettante marito di Ferragni, dal Rolex al Fedez il passo è breve. Ma che dobbiamo mantenerlo noialtri, questo rottame dell’odio, ha il manico. Questa è tutta gente che ama il potere, ama il soldo, cresciuta e ingrassata alla scuola dell’intolleranza ipocrita, se qualcuno sa dire a cosa serva, Lotta Continua, l’Anpi, il Lerner, alzi la mano, stringa il pugno e parli, che ci facciamo quattro risate.
Max Del Papa, 8 marzo 2023