Politica

Cecilia Sala, vertice di governo: le ultime novità

Prosegue frenetica l’azione della Farnesina per ottenere un rapido rilascio della nostra giornalista

© flag with grunge texture background flag with grunge texture background e ImagineGolf tramite Canva.com

Sul drammatico caso di Cecilia Sala, chiaramente usata come merce di scambio da un Paese molto lontano dai nostri standard occidentali in merito ai diritti civili, la penso sostanzialmente come Vittorio Feltri. In una società che sembra aver completamente dimenticato una delle 4 virtù cardinali indicate dai tomisti e citata da Dante nel primo canto del Purgatorio: La prudenza.

In tal senso non mi permetterei mai di dire che la nostra disgraziata connazionale se la sia cercata, tuttavia era abbastanza probabile che ella, in passato già messa nel mirino dai pasdaran – secondo l’espertissimo Marco Mancini – in questo particolare di crisi internazionale potesse recarsi nel posto sbagliato proprio nel momento sbagliato.

Detto questo, se risponde al vero quanto riportato dalle maggiori agenzie di stampa, ossia che la Sala sarebbe costretta a dormire per terra, con la luce sempre accesa, privata persino degli occhiali da vista, non possiamo che rilevare il basso livello di civiltà giuridica, se così la vogliamo definire, che alberga nell’Iran degli ayatollah. Inoltre, contrariamente a quanto dichiarato in un primo momento del ministero degli Esteri, il pacco con molti generi di confortoconsegnato ai responsabili del carcere in cui ella è detenuta non sarebbe mai stato ricevuto dalla giovane.

D’altro canto, il regime iraniano si trova ad attraversare un momento particolarmente critico, dato che le crescenti difficoltà che sta incontrando sul fronte esterno non possono che riflettersi sul piano interno, dove sembra che la vasta opposizione al regime stia decisamente rafforzandosi. Tutto questo non può che spingere i falchi di Teheran ad inasprire ulteriormente la loro linea intransigente nei riguardi dell’Occidente e dei suoi incauti cittadini presenti sul loro territorio.

Nel frattempo prosegue frenetica l’azione della Farnesina per ottenere un rapido rilascio della nostra giornalista. Già nella mattinata del 2 gennaio Antonio Tajani ha convocato d’urgenza l’ambasciatore iraniano per sostenere, a nome del governo italiano, una rapidissima soluzione del caso. “Il governo – ha dichiarato il ministro degli Esteri – come dal primo giorno dell’arresto di Cecilia Sala, lavora incessantemente per riportarla a casa e pretendiamo – ha ammonito – che vengano rispettati tutti i suoi diritti. Fino alla sua liberazione, Cecilia e i suoi genitori non saranno mai lasciati soli”.

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In tal senso, in un vertice straordinario dell’esecutivo, convocato nel pomeriggio dello stesso giorno, con la presenza dei vertici dei Servizi di intelligence, è molto probabile che si deciderà di coinvolgere anche le opposizioni – spesso piuttosto confuse quando ci si confronta su questioni di politica estera – in uno sforzo comune per giungere ad una rapida e felice conclusione della vicenda.

Claudio Romiti, 2 gennaio 2025

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