I libri sono sostituibili? Qui ne ho alcuni. Singer, La Nuova Russia, Raimond Aron, Teoria della azione politica, Lapidi, La grande carestia in Cina. Ebbene, se volessi leggere, studiare questi testi attraverso delle slide, delle registrazioni, delle dispense o dei riassunti, non potrei farlo.
Nelle università italiane invece si sta affermando anche rapidamente questa abitudine, quella di ricorrere alle registrazioni, ai podcast, agli appunti, tralasciando lo studio attraverso i libri e puntando soltanto alle slide per il superamento della prova. Non si tratta più dunque di uno studio, di una ricerca, di un approfondimento, ma soltanto di un addestramento per il superamento dell’esame.
Allora diciamolo in maniera chiara: un libro non è sostituibile, non soltanto perché, come disse una volta se non sbaglio Umberto Eco, il libro è nato pressoché perfetto e dunque non migliorabile, un po’ come la forchetta e il coltello, ma anche perché lo studio, cioè la conoscenza e soprattutto la conoscenza di sé stessi, passa attraverso un duro esercizio che si fa proprio, secondo tradizione, attraverso i libri.
È curioso allora che proprio quando il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, cerca di dare una stretta all’uso dei telefonini nelle scuole, nelle Università invece c’è un’altra tendenza, cioè quella della quasi eliminazione del testo scritto per ricorrere alle slide e alle registrazioni.
Il caro vecchio libro invece non è sostituibile e attraverso la lettura che, diceva mio nonno, è l’alimento quotidiano del pensiero, passano insieme la conoscenza di noi stessi e perfino la nostra libertà.
Giancristiano Desiderio, 23 febbraio 2024
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