Politica

L'attacco al "pifferaio di Putin"

“Censori democratici”. Scatta la querela di Orsini contro il Pd

Il professore della Luiss definito “pifferaio di Putin” da Andrea Romano: “È una calunnia”. Pronto l’esposto

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Da “pifferaio di Putin” a querelante il passo è breve. Deve averlo capito Andrea Romano, parlamentare del Pd che aveva attaccato la Rai per aver firmato un contratto con Andrea Orsini. Brutta gatta da pelare. Il professore della Luiss, “censurato” dalla sua Università, rigettato dal servizio pubblico e da settimane nel mirino di chi lo considera una sorta di “no vax” della guerra, ha infatti annunciato di voler sporgere denuncia contro il deputato dem. Unico problema: come ovvio, Romano gode dell’immunità parlamentare e dovrebbe rinunciarvi.

L’annuncio Orsini lo ha dato sulla sua pagina Facebook: “Mi sono rivolto a uno studio legale per querelare Andrea Romano, il deputato del Partito Democratico che mi sta diffamando – si legge –  Gli avvocati mi dicono che Andrea Romano come parlamentare gode della tutela garantitagli dall’art. 68 della Costituzione, che bloccherebbe il procedimento e renderebbe inutile la mia querela. Solo se rinunciasse a questo privilegio, potrei chiedere ai giudici di accertare, come ha detto Romano e come dovrebbe dimostrare, se io sono davvero il pifferaio di Putin”.

Orsini poi a Cartabianca c’è andato lo stesso, però gratis, ha avuto uno scontro col collega Parsi ed è ovviamente tornato ad esporre le sue tesi. In diretta ha spiegato i motivi della querela. “Il mio coraggiosissimo calunniatore ribadisce in Parlamento che io sarei il ‘pifferaio di Putin’ – ha aggiunto su Facebook il professore – Ma come potrei essere filo-Putin se, interrogato il 4 dicembre 2018 in Senato sul da farsi in Ucraina, dissi che l’Europa avrebbe dovuto mantenere le sanzioni contro la Russia per ridurre le probabilità di un’invasione militare? La cosa è davvero comica: secondo le affermazioni del mio coraggiosissimo calunniatore, il Cremlino avrebbe dovuto ingaggiarmi affinché io dessi ai senatori italiani un consiglio contrario agli interessi nazionali della Russia. Il 4 dicembre 2018, io ero anti-Putin, mentre il governo italiano, che voleva ritirare le sanzioni alla Russia, era filo-Putin”.

La situazione è grave, ma non seria. “In questo assurdo capovolgimento – insiste Orsini – io, che voglio la pace per salvare innanzitutto i bambini ucraini, sono estremista, mentre chi vuole la guerra è moderato. E poi, chiedo al mio baldanzoso calunniatore, come potrei non essere un esperto di sicurezza internazionale, come il calunniatore afferma, se il Parlamento e vari governi e ministeri mi convocano per dare lezioni di sicurezza internazionale? I censori democratici non hanno soltanto il problema di arrampicarsi in Parlamento. Hanno anche il problema di arrampicarsi sugli specchi”.